Alla fine del 2021 le imprese con titolare straniero in Emilia-Romagna sono salite a quota 53.192, 2.533 in più rispetto al 2020 (+5%), con un'ulteriore rilevante accelerazione della crescita avvenuta con un ritmo senza precedenti, tanto da risultare la più rapida degli ultimi dieci anni. E' quanto emerge dai dati dell'ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, che ha elaborato i numeri del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Negli ultimi tre mesi dell'anno, sempre rispetto allo stesso periodo del 2020, si è arrestata la tendenza negativa delle altre imprese, quelle non straniere, lievemente aumentate (+360 unità, +0,1%) e risalite a quota 347.488. La crescita complessiva delle imprese regionali è quindi soprattutto da attribuire a quelle a conduzione non italiana. L'andamento delle imprese condotte da stranieri è assai diverso se si considerano due sottoinsiemi non disgiunti: le aziende di donne e quelle di giovani. A fine 2021, le imprese femminili erano 12.065 pari al 22,8% del totale delle imprese straniere della regione. Sono concentrate in sei divisioni di attività: soprattutto nel commercio al dettaglio (19,5%) e nella ristorazione (15%), quindi negli altri servizi per la persona, parrucchiere centri estetici ecc. (10,7%), nell'attività manifatturiera delle confezioni (8,3%), nel commercio all'ingrosso (6,9%) e nei servizi per edifici e paesaggio, pulizie (5,3%). Sempre a fine anno le imprese giovanili sono risultate 8.296, pari al 15,6% delle imprese straniere dell'Emilia-Romagna. Sono fortemente concentrate in tre divisioni di attività: nelle costruzioni (27,9%), quindi nel commercio al dettaglio (16,8%) e nella ristorazione (12,6%).
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