Tra la pandemia e la guerra in
Ucraina stanno accadendo cose "che stravolgono i nostri pensieri
sul futuro. Spero solo che saremo ancora in grado di sognarlo
con gli occhi grandi di chi ha speranza in ciò che verrà". Lo
dice all'ANSA Laura Pausini, riflettendo sul momento che stiamo
vivendo e su Laura Pausini - Piacere di conoscerti, il docufilm
di Ivan Cotroneo prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon
Studios, al debutto dal 7 aprile in 240 Paesi in esclusiva su
Prime Video. Un racconto nel quale la popstar si 'sdoppia',
raccontando non solo il suo straordinario percorso, tra pubblico
e privato, iniziato a 18 anni dalla vittoria a Sanremo Giovani,
che l'ha portata ad essere una pluripremiata star della musica
internazionale (70 milioni di dischi venduti), ma anche
immaginando come la sua vita sarebbe stata se quella vittoria
non ci fosse stata.
"Dal 2018 mi chiedevano un documentario su di me e ho sempre
pensato che non sarebbe stato così interessante - spiega -.
Volevo fare qualcosa di speciale e ho pensato a dare risposta a
una domanda che mi faccio da 29 anni, cosa sarebbe potuto
succedere nella mia vita se non fossi diventata famosa. Così una
notte ho scritto la storia sul telefonino e ho 'controproposto'
ad Amazon di realizzare un docufilm che fosse una sorta di
sliding doors". Durante il lockdown "ho capito - aggiunge in
conferenza stampa - di avere bisogno di fare un riassunto della
mia vita fino a lì".
Vediamo così, in parallelo, l'artista raccontarsi in prima
persona dall'esordio a 8 anni in piano bar con il papà Fabrizio,
fino al Golden Globe vinto e all'Oscar perso dello scorso anno.
Parallelamente conosciamo un'altra Laura, quella che non ha
vinto Sanremo e vive portando avanti un laboratorio da
ceramista, crescendo da sola il figlio Marcello. "Non volevo
esaltare la mia carriera, l'autocelebrazione non mi interessa,
volevo fosse un viaggio introspettivo" sottolinea. L'ultima
generazione "è abituata a legare molto l'idea di successo legato
alla fama, ai like, ai social, lo vedo anche con mia figlia. Ma
non siamo la nostra immagine".
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