Ludovico Bellu ha 23 anni, è un ragazzo autistico, disabile al cento per cento. Non sa parlare, per lui lo fanno il padre, gli operatori che lo seguono, e lo ha fatto la madre, prima della sua scomparsa nell'aprile 2021 all'età di 62 anni. Ludovico, Ico per i familiari e gli amici, è un bel ragazzo che ama tantissimo la vita. Adora il sole e il mare, nuotare e correre. Vive col padre tra Cagliari e Roma. Ma nel cuore ha anche Imola, la città in cui è nata, e dove ha mosso i suoi primi passi nella professione, sua mamma, Marina Garbesi, giornalista di Repubblica, autrice di articoli sugli anni più duri di mafia e sequestri, omicidi, massoneria e servizi deviati.
Ludovico da subito ha agito per ricordarla. Tutti i 1.300 libri della madre dedicati ai temi dell'attualità politica e sociale nazionale e internazionale sono stati donati alla Biblioteca comunale di Imola che ha già provveduto a catalogarli e a metterli a disposizione dei lettori. Da questa donazione è nata l'idea - condivisa dal Comune di Imola e l'associazione "Impresa e professioni" - di istituire un Premio giornalistico e di Grafic novel intitolato alla madre: sarà assegnato nel 2023. "E' un modo per affermare il diritto alla felicità, che non è una pietosa concessione", chiarisce il papà di Ico, Giovanni Maria. L'evento verrà presentato giovedì 14 aprile alle 16.45 al teatro dell'Osservanza di Imola. Ci saranno lo scrittore Carlo Lucarelli, il direttore di Linus Igor Tuveri (Igort), l'inviata speciale di Repubblica Maria Novella De Luca e Valter Galavotti dell'Usaram (Unione Regionale Associazioni per la Salute Mentale). Il dibattito, dedicato al tema "Raccontare i più fragili. Disabilità e diritti fanno notizia?", si aprirà con un video-intervento di Alessandro Bergonzoni e sarà preceduto dai saluti del sindaco di Imola, Marco Panieri, del consigliere nazionale della Fnsi, Giovanni Rossi, della presidente dell'associazione "Impresa e professioni, Chiara Sorbello, e dello stesso Ludovico attraverso la voce dell'attore Federico Caiazzo
I riconoscimenti andranno alle opere che sapranno raccontare nel modo più efficace le buone pratiche che affermano i diritti e, all'opposto, gli abusi che li violano, a partire dall'analisi del presente e della memoria della fatica che è stata fatta per conquistarli. "Un premio che è un atto d'amore per la madre - racconta ancora il papà di Ludovico, Giovanni Maria, in una intervista al settimanale imolese Sabato sera - e anche uno strumento in più per difendere sé stesso e quelli come lui. Ludovico può vivere un presente sereno e sperare in un futuro migliore perché è nato in un paese democratico che tutela i diritti dei più fragili. Non è scontato, esattamente come non è scontata la democrazia. Ognuno ha il dovere di difenderla con gli strumenti di cui dispone. Ludovico disponeva dei libri della madre e di una certa memoria familiare: il nonno, Vico Garbesi, padre di Marina, era un comandante partigiano, mio nonno materno, Armando Businco, era un medico partigiano. Insomma, gente che ha combattuto per lui prima ancora che lui fosse nella mente di Dio".
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