LUCA PONZI, FAVOLE DI FIUME (Oligo
Editore, pp. 120, 14 euro).
Nel suo scorrere millenario la corrente del Po ha trascinato i
detriti che hanno formato la pianura padana, ma ha portato con
sé anche le storie degli uomini che hanno affrontato il fiume,
che ne hanno popolato le rive, che ne hanno tratto ispirazione
per la loro arte. E queste vicende sedimentandosi hanno
contribuito a formare una specie particolare di persone, la
gente del Po. Per questo il giornalista Rai Luca Ponzi scrive,
nella prefazione del suo libro, "quando si ragiona di Po, è più
opportuno ragionare di idee, amori e altri disastri che di
cubature, portate e inquinamento. Perché a inquinare i fiumi è
l'uomo e l'uomo si governa con le idee, non con l'idraulica".
Nascono da questo concetto le Favole di fiume, undici
racconti in cui è protagonista l'essere umano, ma il fiume è
personaggio silenzioso ed indispensabile, in grado di
trasformare accadimenti ordinari e banali in metafore e stati
d'animo. C'è la malinconia dell'Anima, racconto di vite
trascorse tra fatiche e dolori, ma c'è anche la spensierata
ingenuità di un amore inseguito a bordo di un'Apecar, o la
tenera discussione famigliare sul dove disperdere le Ceneri del
papà. Sono pretesti per parlare dell'uomo e dei suoi sentimenti,
che l'autore ha raccolto durante i tanti anni di lavoro da
cronista. Incontri, leggende, aneddoti che una volta sulla
pagina sono diventati personaggi e affreschi. Favole di fiume
nasconde anche un messaggio ecologista, un monito: inquinando il
Po, cementificandone le rive, snaturandolo, rischiamo di
cancellare le nostre stesse radici.
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