Testi musicali inneggianti alle Brigate Rosse, con tanto di bandiera del gruppo terroristico sul palco di un circolo Arci a Reggio Emilia. È polemica in Emilia su un concerto del Primo maggio a un'iniziativa denominata 'Festa dell'Unità Comunista' alla quale è stata invitata la band rap-trap 'P38 - La Gang', un nome che rievoca l'arma simbolo degli Anni di Piombo.
Sulla performance si è scatenata la bufera. Il movimento di destra 'Reggio Emilia Identitaria' chiede "la chiusura del locale che ha permesso un tale scempio, nella totale mancanza di rispetto verso i familiari caduti per mano brigatista". Il presidente del circolo Arci, Marco Vicini, difende invece la band. "È solo un'esibizione artistica. Il trap per vocazione tratta tematiche estreme e provocatorie. Il mondo della musica è pieno di esempi di natura dissacrante, come la canzone 'Juriij spara' dei Cccp". La 'P38' tra marzo e aprile aveva suonato anche a Roma, Firenze, Bergamo, Padova e Bologna (all'ex centrale).
"Le cose più schifose a mio parere sono due. La prima è che il titolare di questo locale che li ha invitati li ha pure difesi in seguito alla loro esibizione (in 3 col passamontagna per cercare di non farsi riconoscere ) dicendo che è solo una provocazione la loro e che c'è di peggio. La seconda cosa schifosa è che non è la prima volta che questo 'gruppo' viene invitato nei locali ad esibirsi", scrive sui social Lorenzo Biagi, figlio di Marco, il giuslavorista ucciso dalle Nuove Brigate Rosse a Bologna il 19 marzo 2002.
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