La rassegna Grandi Interpreti di
Bologna Festival prosegue a ritmo serrato: dopo il grande
successo del concerto inaugurale (lo scorso lunedì con The
English Baroque Soloists diretti da John Eliot Gardiner), domani
alle 20,30 all'Auditorium Manzoni torna la Chamber Orchestra of
Europe con uno dei direttori più richiesti degli ultimi anni, il
ceco Jakub Hrůša. Nominato da poco direttore ospite principale
dell'Orchestra Nazionale dell'Accademia di Santa Cecilia, il
quarantenne maestro di Brno per il suo debutto bolognese
dirigerà la Sinfonia N. 2 in Do maggiore di Robert Schumann, un
brano contenente molti echi beethoveniani, come il richiamo al
Tema della Gioia nel finale. Lavoro sinfonico che tocca
singolari vette poetiche, segnando la vittoria dello spirito
creativo sulle sofferenze interiori del compositore e su un
fastidioso disturbo al nervo acustico che lo costrinse più volte
ad interrompere la composizione. "Riflette la resistenza dello
spirito - scrisse lo stesso Schumann - contro le mie condizioni
fisiche. Il primo movimento è pieno di questa lotta e del suo
carattere capriccioso e ostinato". La prima parte della serata
vedrà la partecipazione di Patricia Kopatchinskaja, tra le
interpreti più interessanti del nuovo violinismo, per eseguire
il Concerto per violino Op. 61 di Beethoven, l'unico concerto
per violino e orchestra scritto dal compositore di Bonn, vertice
dell'arte violinistica di ogni tempo. Lievi e cantabili melodie,
episodi appassionati, passi di bravura di cui Patricia
Kopatchinskaja, con la sua travolgente simpatia saprà
interpretare fuori da ogni convenzione, con la consueta cifra
espressiva del tutto personale.
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