Sessant'anni di collage e di
avventure dell'artista modenese Gianni Valbonesi sono raccontati
nella mostra antologica "Dalle cose altri miraggi" che inaugura
il 14 maggio nel complesso di San Paolo, proponendo una
ricostruzione critica dell'intera carriera dell'artista.
L'esposizione, allestita nella ex chiesa e nella sala delle
monache, sarà visitabile fino al 19 giugno, con ingresso
gratuito.
Il percorso comprende una novantina di opere, di cui venti
inedite. La scelta è caduta sui lavori più rappresentativi di
una ricerca che, nella tecnica del collage, ha trovato il suo
linguaggio d'elezione, in un dialogo continuo tra materiali e
supporti, tra evocazioni ed emozioni, tra fantasia e realtà.
Frequenti i riferimenti a Paul Klee per la capacità di conferire
esistenza all'immagine, a Kurt Schwitters per la tecnica
combinatoria degli assemblaggi fatti con i materiali più
disparati, a Jean Dubuffet per la ritrovata gioia del fare, per
l'esigenza vitalistica di cui l'opera deve connotarsi, e ad
altri protagonisti della storia dell'arte internazionale.
Nelle opere di Valbonesi sono presenti carte di ogni tipo
(spartiti, biglietti, etichette, strappi), accanto a una miriade
di oggetti che sembrano caduti inavvertitamente dalle tasche del
tempo: tappi, brugole, bottoni. E ancora foglie d'acero,
velluti, cordini, schegge di specchi e porcellane: il gesto
artistico li salva, "reintegrandoli in una nuova totalità
dominata dalla meraviglia e dall'incanto del colore".
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