Renata temeva il patrigno, diceva che aveva paura di lui, era angosciata dall'idea che proprio oggi, quando era in programma un'udienza per la separazione, avrebbe fatto qualcosa di brutto alla madre, Gabriela. Una donna che negli ultimi tempi viveva quasi come segregata in casa, poteva uscire solo se c'era il marito, Salvatore Montefusco. Il contesto della tragedia, un doppio femminicidio, è tracciato a caldo dai vicini di casa, poche famiglie che vivono in un gruppo di villette nella campagna di Castelfranco Emilia (Modena), via Cassola di Sotto, territorio della frazione di Cavazzona. Poi è emersa la storia di denunce reciproche per maltrattamenti, con la Procura di Modena che aveva chiesto l'archiviazione di quella a carico dell'uomo, che ha assassinato moglie e figliastra. Colpendole ripetutamente, come ammesso in un interrogatorio, concluso in serata.
Madre e figlia uccise, i vicini: 'Avevano paura di lui'
L'allarme è stato dato intorno alle 12.15. A chiamare sarebbe stato, dopo aver sparato alle due donne, lo stesso Montefusco, imprenditore edile di 69 anni, campano di origine. Avrebbe telefonato da un bar di Castelfranco. Anche alcuni residenti avrebbero udito le urla e i colpi di arma da fuoco e hanno chiesto aiuto. Il 118 è intervenuto, con i vigili del fuoco per aprire la porta, ma non ha potuto fare altro che certificare il duplice assassinio. L'uomo è stato raggiunto dai carabinieri, arrestato e portato in caserma nella sede della Tenenza di Castelfranco, dove nel pomeriggio è stato sottoposto a un lungo interrogatorio, alla presenza del suo difensore, l'avvocato Marco Rossi. Alla fine è stato portato in carcere. Le avrebbe uccise in cucina, sulla porta che dà sul giardino della villetta. Sono in corso accertamenti sull'arma, un fucile a canna mozza con matricola abrasa. Si è accertato anche che Gabriela Trandafir, 47 anni, aveva denunciato il marito per maltrattamenti, stalking, furto e appropriazione indebita. La Procura aveva chiesto l'archiviazione per maltrattamenti, lei si era opposta e proprio l'indomani sarebbe stata in calendario l'udienza davanti al Gip. Anche per lo stalking, riguardante un gps installato in auto, c'era stata richiesta di archiviazione e anche Montefusco aveva denunciato, a sua volta, le due donne, per maltrattamenti. E ancora martedì, al tribunale civile, sarebbe dovuta iniziare la causa per separazione.
Madre e figlia uccise in casa nel Modenese, colpi arma da fuoco
I due erano in crisi da tempo. Gabriela Trandafir, raccontano i vicini, viveva ormai un rapporto al capolinea. Anche la figlia Renata, 22, ne soffriva. "Diceva che lui era una persona cattiva", ha raccontato una vicina. La ragazza era nata da una precedente relazione della madre, di origine romena. Il suo rapporto con il patrigno non era facile, litigavano spesso, tra le altre cose perché lui non le faceva usare la macchina. Renata studiava moda all'università, ma intanto cercava lavoro, proprio oggi avrebbe avuto un colloquio. Le piaceva giocare a calcio e nel week-end era stata a un torneo con le amiche, in Romagna. In casa con loro viveva anche un altro ragazzo, minorenne, figlio di Gabriela e Salvatore. Non è chiaro se fosse presente o meno al momento degli omicidi. Mentre Montefusco veniva interrogato nella villetta, andavano avanti i rilievi del reparto investigazioni scientifiche dell'arma. Una presenza quanto mai estranea in un luogo verde e isolato, dall'esterno un'oasi in mezzo ai campi, oggi teatro dell'ennesima tragedia contro le donne.
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