Nel percorso bachiano che Ravenna
Festival ha scelto di tracciare per celebrare il centenario
della nascita di Pier Paolo Pasolini, intellettuale legato da
una passione profonda proprio alla musica di Johann Sebastian
Bach, non poteva certo mancare quel capolavoro assoluto di
impeccabili geometrie che sono le Variazioni Goldberg. Le
eseguirà domani sera al Teatro Alighieri il pianista francese
David Fray, uno dei più interessanti e apprezzati pianisti delle
ultime generazioni.
Composte per clavicembalo, l'Aria e le 30 variazioni, in
sol maggiore, BWV 988, dall'inizio del secolo scorso sono state
affidate al più moderno pianoforte, e con esse si sono misurati
praticamente tutti i pianisti. L'Aria da cui tutto scaturisce,
in tempo lento di Sarabanda, consta di 32 battute, così come il
basso ostinato sulla cui ripetizione si dipanano le variazioni è
formato da 32 battute; e tutto l'insieme è formato di 32
elementi - poiché dopo le 30 variazioni l'aria ritorna
nuovamente a farsi sentire. E poi quel nome, "Goldberg", che dai
primi dell'Ottocento si è imposto a definire l'opera,
probabilmente frutto di un aneddoto pressoché infondato: sembra
infatti che fosse il nome del clavicembalista del conte
Keyserlingk il quale avrebbe chiesto a Bach di comporre per lui
alcuni pezzi adatti a conciliargli il sonno.
Che le "Goldberg" non siano soporifere è fuori discussione.
Piuttosto, come scrive David Fray - nel cui repertorio un posto
speciale spetta a Bach, di cui recentemente ha inciso proprio
queste Variazioni - si tratta di "un'opera immensa per
proporzioni e ricchezza, ed è soprattutto un lungo viaggio la
cui conclusione coincide con l'inizio. Sorge allora la domanda:
si tratta davvero di una conclusione, o piuttosto di un perpetuo
ricominciare, di un ciclo eterno che nulla potrà mai
interrompere?". Sempre domani, alle 21.30 alla Rocca
Brancaleone, Ravenna Festival propone anche il film Medea, che,
nella visione e con la regia di Pier Paolo Pasolini, ha il volto
di Maria Callas.
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