La storia di Silvia Tartari,
escort bolognese di successo, raccontata senza filtri tra gli
stereotipi e i pregiudizi mai risolti della società italiana: è
il filo conduttore de 'Il gioco di Silvia', bio-pic dei giovani
giornalisti-documentaristi Valerio Lo Muzio ed Emiliano Trovati,
che sarà presentato in anteprima assoluta al Biografilm Festival
domenica 19 giugno, alle 21.30, nel Chiostro di Santa Cristina a
Bologna, alla presenza della protagonista, dei registi e dei
produttori di Articolture, casa di produzione felsinea che ne
seguirà anche la distribuzione. Prima di diventare la
protagonista del documentario, Tartari è stata fonte
giornalistica per alcune inchieste sul sex-working realizzate
dai due reporter: Lo Muzio è già passato alla cronaca per i
propri servizi "scomodi", come quello che ha visto protagonista
il figlio dell'ex ministro degli Interni Matteo Salvini, mentre
Trovati era già stato impegnato su opere documentarie con
protagoniste femminili, come 'Lo que diràn', presentato tra gli
altri all'Idfa di Amsterdam nel 2017.
'Il Gioco di Silvia' - girato tra Bologna e la Riviera
Adriatica in pieno periodo pandemico, con il sostegno della
Regione Emilia-Romagna - racconta senza filtri le scelte di
vita, le ambizioni e la visione della protagonista, che bilancia
con serenità una carriera da sportiva semi-professionista e la
sua attività imprenditoriale, focalizzata sulla vendita del suo
corpo. I registi hanno scritto il documentario insieme a Giorgia
Malatrasi (già autrice del pluripremiato 'Searching Eva' sulla
vita dell'artista e influencer Eva Collé, presentato a Berlino
nel 2019), esplorando il confine tra essere e
rappresentazione/percezione di sé. Ciò che colpisce di Silvia è
la totale trasparenza dei motivi che la spingono a esercitare la
professione di escort: "Mi piace quello che faccio", afferma nel
film, "e quando penso al mio futuro, ho la doppia visione: mi
vedo felice sia se smetto e ho una vita con un compagno, una
famiglia… sia a continuare tutto questo".
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