"Penso che le giovani forze vadano incoraggiate, capendo se hanno talento, se hanno una personalità musicale, oltre alla pur necessaria bravura tecnica". Leone Magiera, bolognese di adozione, nato a Modena, parla così dei giovanissimi interpreti che il primo luglio debutteranno nel Don Giovanni di Mozart al Teatro Comunale di Ferrara, con i quali il 26 giugno festeggerà il suo 88/o compleanno. Cantanti che lui stesso ha selezionato tra circa 300 provenienti da tutto il mondo e che in questi giorni sta preparando al debutto. Sarà un Don Giovanni completamente diverso da quello che vuole la tradizione: siamo nel mondo del circo, un secolo fa, con il protagonista libertino di Mozart e Da Ponte trasformato in un domatore, Leporello in un clown e Donna Anna in una cavallerizza.
Lo spettacolo comincerà fuori dal teatro nella rotonda Foschini e nel foyer. Leone Magiera ha curato il progetto musicale, ma lascerà il podio dell'Orchestra Città di Ferrara all'australiano Daniel Smith, mentre quello registico è stato ideato e creato da Adriàn Schvarzstein (clown, attore, regista teatrale e di circo contemporaneo, ha lavorato con Dario Fo e Pina Bausch) e da Jurate Sirvyte Rukstele, cui sono affidati anche i movimenti coreografici, che a loro volta hanno lasciato la messa in scena a Moni Ovadia, al debutto teatrale in questo ruolo. Unica replica il 3 luglio e poi in ottobre la ripresa alla Daegu Opera House, in Corea del Sud, frutto della nuova collaborazione internazionale tra le due istituzioni lirico-teatrali.
Sarà un compleanno speciale per Leone Magiera, una vita per la musica e nella musica lavorando al fianco di grandissimi artisti ma sempre con un occhio di riguardo per i più giovani. "Mi considerano un grande esperto di voci", dice con una certa dose di imbarazzo, ma nella realtà è da sempre un vero e proprio scopritore di talenti. E non solo. Non c'è settore dello scibile musicale che Magiera non abbia attraversato, e ai massimi livelli: direttore d'orchestra e di cori, pianista solista e accompagnatore, insegnante al conservatorio, organizzatore di eventi e scrittore. Oltre alle collaborazioni storiche con Herbert von Karajan e con il temutissimo Carlos Kleiber, ci sono le amicizie cinquantennali con Luciano Pavarotti (non c'era nota che il tenorissimo emettesse senza avere al suo fianco Magiera), con Mirella Freni (diventata poi sua prima moglie) e con Ruggero Raimondi.
Sono tantissimi gli artisti da lui "allevati" che ancora calcano i palcoscenici più prestigiosi del mondo, da Simone Alberghini a Carmela Remigio, da Fabio Sartori a Mariangela Sicilia. E adesso questa nuova avventura, "un azzardo" ha detto qualcuno, se si pensa che molti di questi giovanissimi artisti sono assolutamente debuttanti anche nei ruoli principali di un'opera insidiosissima come il Don Giovanni: Leporello ha 21 anni, Masetto 20, Zerlina 23, Don Giovanni, il più "anziano" ne ha 27. Ma Magiera non ha temuto, non ha avuto dubbi: "Spesso manca la fiducia nei giovani. Io credo di avere agito bene fin qui scegliendo quelli che mi sono sembrati i migliori anche se non avevano un grande curriculum alle spalle". "Per valorizzare al massimo le voci - aggiunge Magiera - ho condotto il lavoro puntando sulla personalità del cantante, rispettando naturalmente tutto quello che vuole Mozart".
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