Raccontare una storia, esprimendo
sì un punto di vista, ma soprattutto lasciando parlare i fatti e
chi quella storia l'ha vissuta, per dipanare gli eventi che
hanno segnato tanto profondamente l'Italia: è il metodo di
indagine e divulgazione che Aldo Cazzullo ha scelto per il
proprio ritorno a Cervia-Milano Marittima, anche quest'anno
ospite di Ravenna Festival per la rassegna 'Il Trebbo in
musica'. Sabato 9 luglio, all'Arena dello Stadio dei Pini, il
giornalista-scrittore accompagna non "a riveder le stelle" di
Dante, come nella scorsa edizione, ma a contemplare la notte più
buia. Con 'Il duce delinquente', Cazzullo ricostruisce crimini e
tradimenti che Benito Mussolini riusciva a ordire sia nella vita
privata che come capo del governo, forte della granitica
propaganda fascista. I testi di Mussolini e delle sue vittime
sono affidati alla voce "urticante" di Moni Ovadia, mentre
Giovanna Famulari tesse la trama sonora del racconto a due voci
a partire da musiche e canzoni d'epoca.
"La mia idea su Mussolini è molto severa - sottolinea
Cazzullo - E credo che in Italia ci sia ancora un'immagine
deformata del Duce: ci sono pochi, non pochissimi, fascisti
convinti; ci sono tanti, non tantissimi, antifascisti; e c'è una
grande maggioranza di italiani che pensa che il Duce sia stato
uno statista, almeno fino alle leggi razziali del 1938, quando è
impazzito e si è schierato con Hitler. Questa è la mentalità
comune. Invece il Duce, già molto prima del 1938, aveva
provocato la morte violenta di quasi tutti i capi delle
opposizioni. Anche la guerra non è stata un impazzimento senile,
ma è insita nel fascismo stesso: l'idea di aggredire gli altri
popoli, di imporre una razza su un'altra fa parte del suo Dna".
"Il giudizio morale sul fascismo è assoluto: è stato un crimine
- commenta Moni Ovadia - In Italia non è più tollerabile alcun
tipo di revisionismo. Mussolini è stato il più grande assassino
degli italiani della storia. Li disprezzava apertamente,
profondamente. Non a caso, una delle sue frasi più celebri era
'governare gli italiani non è impossibile, è inutile'".
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