Frutta, verdura, zucca a volontà
per ripieni e zuppe, niente spezie. La materia prima assaporata
senza altri aromi e apprezzata per la sua qualità, scelta
accuratamente da addetti di corte. E poi: torte salate, di
diversi tipi, con bietole, uova, ricotta, e anche frittate in
diverse ricette, tra cui quella 'rognosa', ritratta anche in
quadri rinascimentali, e caratteristica per la sua superficie
ruvida perché arricchita con prosciutto tritato prima di essere
cotta. Ecco, in sintesi, la cucina di Lucrezia Borgia, tra '400
e '500, nella ricostruzione che ne ha fornito Federica Badiali,
in un appuntamento dedicato alla Tavola e cucina nella Ferrara
estense, al baluardo di Santa Maria della Fortezza, dove è in
corso la 18/a edizione della Giostra del Monaco.
Come ha spiegato la docente, autrice di diversi libri e
pubblicazioni legati allo sviluppo storico delle tradizioni
enogastronomiche, se i ricettari di Lucrezia Borgia non sono
oggi conosciuti, le sue abitudini alimentari sono ricostruibili
a partire dai cosiddetti 'registri della spenderia' (un elenco
in cui i segretari scrivevano quanto acquistato per la cucina e
le necessità quotidiane della corte durante i soggiorni estivi a
Belriguardo), e sono desumibili dalle descrizioni di Cristoforo
Messisbugo, anima dei banchetti della corte estense,
particolarmente legato al marito di Lucrezia, Alfonso I d'Este.
Alla biblioteca Ariostea, inoltre, ha spiegato la docente, è
conservato un manoscritto dei primi decenni del Cinquecento con
oltre 1.200 ricette di cucina, e non solo, che è ormai pronto
per la pubblicazione integrale.
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