Tornano a proliferare nei corsi
d'acqua di Emilia e Liguria i piccoli gamberi di fiume italiani,
una specie autoctona la cui sopravvivenza è gravemente
compromessa a causa di diverse minacce legate alla crescente
antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all'introduzione di
specie non native invasive. Si tratta di un piccolo "esercito"
tricolore di 1538 esemplari nati a luglio in cattività nei
centri selezinati di Emilia e Liguria, introdotti con
un'operazione innovativa di salvataggio della specie italiana
grazie ai ricercatori del progetto Life Claw che ha registrato
con successo la riproduzione avvenuta presso i centri in Emilia,
nei comuni di Monchio delle Corti e Corniglio, provincia di
Parma, e in Liguria, nel comune di Fontanigorda in provincia di
Genova. Raccolti e rilasciati 100 gamberi di fiume nel sito di
Fontanigorda, 148 a Monchio delle Corti e 1.290 a Corniglio.
Fondamentali le indagini bio-ecologiche, genetiche e veterinarie
condotte dall'Università degli Studi di Pavia, dall'Università
Cattolica del Sacro Cuore e dall'Istituto Zooprofilattico delle
Venezie. Tra gli scorsi giugno e agosto, l'azione dei volontari
di cinque associazioni, coordinati dal Consorzio di Bonifica di
Piacenza, ha permesso il recupero di circa 40 mila esemplari del
gambero rosso della Louisiana, specie invasiva che minaccia il
gambero italico, tra Parma e Piacenza. Ai centri di
Fontanigorda, in provincia di Genova, e di Monchio e Corniglio,
in provincia di Parma, si aggiungerà il nuovo centro dei
"Frignoli", realizzato dall'unione dei Comuni Mantana della
Lunigiana, in provincia di Massa Carrara.
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