Si inaugura il 22 settembre con La
forza del destino il festival Verdi di Parma, in una edizione,
la 22/a, che segna la fine di un'era ma anche con il ritorno di
pubblico ai livelli pre-covid, come dimostra il botteghino, con
biglietti quasi esauriti.
"Il festival è sold out con i gruppi internazionali che sono
tornati più numerosi di prima", ha spiegato Anna Maria Meo, la
direttrice della manifestazione e del teatro Regio al suo ultimo
anno. In scadenza è anche il contratto del direttore musicale
Roberto Abbado che sarà sul podio della Forza del destino in un
nuovo allestimento firmato dal franco-greco Yannis Kokkos, "un
monumento della regia" come lo ha definito Meo. E dunque si
tratta in qualche modo della fine di un'era.
"Questo è il mio ultimo anno e mi auguro che chi mi succederà
raccoglierà il testimone per un ulteriore sviluppo - ha spiegato
- perché non si può galleggiare: o si cresce, o si torna
indietro".
Si conferma l'attenzione filologica con la messa in scena
delle opere sempre in edizione critica e con un cartellone che
include alcune rarità, quest'anno il Simon Boccanegra nella
prima versione, che debuttò a Venezia nel 1857, che Valentina
Carrasco ambienta nel mattatoio del porto di Genova. Altra
caratteristica sono le ospitalità che si traducono nella
collaborazione con l'orchestra della Rai (che, diretta da
Michele Mariotti, esegue la Messa da requiem con un cast in cui
spicca Marina Rebeka), e l'orchestra del Maggio Fiorentino
diretta da Gatti che il 15 ottobre esegue i Quattro pezzi sacri
di Verdi e brani del Parsifal di Wagner. Appuntamenti sono
previsti però anche al teatro Magnani di Fidenza (per la prima
volta) con la ripresa del Trovatore del 2016 e il teatro di
Busseto, senza contare tutti gli eventi di Verdi Off per la
città e la provincia.
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