A poco più di cinquant'anni
dall'ultima mostra ferrarese dedicata a Piero Guccione, Ferrara
torna ad omaggiare questo maestro del Novecento che, come ha
scritto Vittorio Sgarbi, "dopo la morte di Fontana, Gnoli e
Burri ha rappresentato la sintesi suprema di pittura figurativa
e astratta" in Italia. L'esposizione, dal 7 ottobre all'8
gennaio al Padiglione d'Arte Contemporanea, organizzata dalla
Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d'Arte del Comune
in collaborazione con Il Cigno Arte e l'Archivio Piero Guccione,
ripercorre l'intera produzione dell'artista con oltre settanta
opere tra dipinti e pastelli suddivisi in due capitoli: gli anni
a Roma (1957-1972) e il ritorno in Sicilia (1970-2014). Il
percorso espositivo mette a fuoco i temi prediletti dal pittore:
dal rapporto fra il paesaggio urbano e la natura, alle poetiche
e delicate variazioni sul tema del mare e del cielo, passando
per gli omaggi ai grandi maestri del passato.
Piero Guccione (1935-2018) nasce a Scicli (Ragusa) e nel 1954
si trasferisce a Roma, dove frequenta i pittori neorealisti,
guardando sia a Renzo Vespignani, con il quale condivide la
militanza nel gruppo Il Pro e il Contro - insieme ad Attardi,
Calabria, Guerreschi, Gianquinto, Farulli, Ferroni, i critici
Micacchi, Del Guercio, Morosini - sia a Renato Guttuso, di cui è
assistente all'Accademia, ma del quale non condivide le
inclinazioni espressioniste. Nell'ambiente romano prende avvio
la sua ricerca artistica e formale e nascono i paesaggi urbani,
quali i Balconi, i Giardini e Interni-esterni: opere
caratterizzate da un taglio innovativo e tratte da una
quotidianità comune in cui riecheggiano rimandi a Cézanne,
Bonnard, Morandi. Alla fine degli anni Sessanta, con il ciclo
delle Attese, lo spazio si fa più metafisico e a partire dal
decennio successivo, con il rientro in Sicilia, comincia a
dipingere il mare cercando di coglierne vibrazioni e variazioni.
Parallelamente lavora ai cicli dedicati all'albero di carrubo e
ai monti Iblei, realizzati con la tecnica del pastello mentre,
con la serie dei d'après, si confronta con alcuni celebri
capolavori di Masaccio, Signorelli, Michelangelo, Giorgione,
Caravaggio, Vermeer, Chardin, Friedrich, Bacon.
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