Un'esposizione interamente
dedicata al padre della pittura metafisica, Giorgio de Chirico,
è in programma a Bologna dal 13 ottobre al 12 marzo, a Palazzo
Pallavicini. La mostra - "De Chirico e l'oltre. Dalla stagione
'barocca' alla neometafisica (1938-1978)", a cura di Elena
Pontiggia e Francesca Bogliolo - comprende oltre settanta opere
provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma e
ricostruisce due importanti momenti della pittura dechirichiana.
La stagione 'barocca' si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de
Chirico (che nel 1939 lascia Parigi e torna in Italia,
dividendosi fra Milano e Firenze, prima di trasferirsi
definitivamente a Roma) si ispira a Rubens e a maestri del
calibro di Dürer, Raffaello e Delacroix. Le sue opere, che non
sono realiste, vogliono creare un mondo ideale e irreale, una
finzione più vera del vero. In mostra sono presenti una serie di
importanti autoritratti, come il famoso 'Autoritratto nudo' del
1945 e l'emblematico 'Autoritratto nel parco con costume del
Seicento' del 1956. Sono esposte anche altre opere fondamentali
della stagione "barocca", come 'Natura morta ariostesca', 1940;
'La pattinatrice', 1940 (il ritratto della moglie Isabella come
allegoria dell'inverno); la terracotta 'Bucefalo', 1940, uno dei
primi esempi di de Chirico scultore.
Il percorso espositivo continua con la stagione neometafisica
relativa al decennio 1968-78, in cui de Chirico torna a
dipingere gli emblematici manichini, le Piazze d'Italia e altri
enigmi, con nuove elaborazioni e invenzioni. Alla pittura
pastosa della stagione "barocca" sostituisce una pittura fondata
sul disegno e sulla costruzione nitida delle forme. La mostra
bolognese documenta questa stagione ultima dell'artista con
alcuni capolavori come 'Ettore e Andromaca', 1970; 'Il sole sul
cavalletto', 1973; 'I bagni misteriosi', 1974; 'Le muse
inquietanti', 1974; 'Visione metafisica di New York', 1975.
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