"Non lo conoscevo personalmente,
ma una volta ho suonato nella Kherson Philharmonie. Questa
notizia mi ha completamente sconvolto. Penso che questo caso
mostri ancora una volta la forza e i principi del nostro popolo
e la terribile crudeltà degli occupanti russi": è profondamente
colpito per la tragica sorte toccata al collega direttore
d'orchestra Yuriy Kerpatenko, assassinato nei giorni scorsi dai
soldati russi, il pianista ucraino Antonii Baryshevskyi, in
questi giorni in tour in Emilia-Romagna.
"Questo non è un conflitto locale, ma una guerra contro tutto
il mondo civile, una guerra contro l'umanità", dice. 35 anni di
Kiev, dove viveva fino allo scorso 24 febbraio, Baryshevskyi
sarà protagonista nei prossimi giorni di una mini tournée in
Emilia-Romagna (il 19 ottobre al Teatro Rossini di Lugo, il 20
all'Auditorium Manzoni di Bologna e il 21 all'Auditorium Biagi
di Modena), la prima da quando il suo Paese è stato invaso dalla
Russia.
Dal suo repertorio ha eliminato gli "amati" compositori russi
("ci sto male fisicamente", dice) e approva che artisti vicini a
Putin, come Gergiev o Spivakov, siano stati cancellati dai
cartelloni di molti teatri occidentali, provando invece stima
per quelli che si sono schierati senza riserve contro la guerra
russa all'Ucraina. "Nel frattempo - aggiunge Baryshevskyi - ho
avuto modo di approfondire la musica dei compositori ucraini,
che già prima frequentavo, ma che ora ho incrementato".
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