Tre opere e tre balletti per la
stagione 2023 del Teatro Alighieri di Ravenna annunciata dal
sovrintendente della Fondazione Ravenna Manifestazioni.
L'apertura, il 14 e 15 gennaio spetta al debutto de "Il
Tamerlano" di Antonio Vivaldi affidata all'Accademia Bizantina
di Ottavio Dantone. Un nuovo allestimento nel quale la regia di
Stefano Monti mira a sottolineare tanto la dimensione barocca
quanto atemporale dell'opera.
La prima emerge anche nell'integrazione di diversi linguaggi:
il teatro di figura che nella Venezia seicentesca incontrò il
melodramma, ma anche la danza che trova filologica ragione nei
"balli" citati nel libretto originale e, nelle coreografie di
Marisa Ragazzo e Omid Ighani della DaCru Dance Company, diventa
un'amplificazione degli stati d'animo dei personaggi.
A seguire, il 24 e 26 marzo, verrà ripresa la Bohème nata
dalla regia di Cristina Mazzavillani Muti nel 2015, che combina
avanzate tecnologie audio e video all'onirica fantasia del
pittore simbolista Odilon Redon, e per la quale l'Orchestra
Cherubini sarà diretta da Nicola Paszkowski. Mimì sarà
interpretata da Juliana Grigoryan, Rodolfo da Alessandro Scotto
di Luzio.
Il terzo appuntamento con la lirica e fissato per il 21 e 23
aprile con la nuova coproduzione de Il barbiere di Siviglia, con
Luigi De Angelis alla regia e Giulio Cilona sul podio
dell'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, una coproduzione con
il teatro di Rovigo. L'itinerario di danza si inaugura invece
con la MM Contemporary Dance Company e un dittico fresco di
debutto, Ballade di Mauro Bigonzetti ed Elegia di Enrico Morelli
(12 febbraio). La Kibbutz Contemporary Dance Company presenta
Asylum del suo direttore Rami Be'er (4, 5 marzo), mentre la
Serata Stravinskij proposta dal Malandain Ballet Biarritz
rilegge L'uccello di fuoco e La Sagra della primavera (11, 12
marzo).
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