I primi 35 pazienti No vax vaccinati per finta, per ottenere il green pass e poter così lavorare, hanno patteggiato: le pene fissate sono a 8 mesi per il falso e, per otto di loro, a 1 anno e 8 mesi per corruzione perché avevano pagato dai 20 ai 50 euro i finti vaccini ai due medici coinvolti. È questa la conclusione, parziale, dell'inchiesta di Procura e Guardia di finanza di Ferrara, giunta al primo epilogo giudiziario davanti al giudice che ha accolto i patteggiamenti concordati dagli avvocati dei pazienti No vax con il pm Ciro Alberto Savino. L'indagine ha portato, finora, a scoprire 300 pazienti, indagati per falso e corruzione.
Al centro di tutto c'erano due medici di base: Marcella Gennari e Chiara Compagno, indagate, ma reintegrate dall'Ordine dei medici e anche dall'Asl nel loro ruolo. Erano state allontanate dal lavoro nel marzo scorso, quando vennero arrestate su ordine di custodia e messe ai domiciliari poi liberate.
Resta la maxi inchiesta, con i primi patteggiamenti, che sono divisi in varie tranche: la prossima sarà giovedì 17 novembre, con un'altra trentina di patteggiamenti. Al momento secondo il conteggio degli inquirenti, sono 115 in tutto i pazienti che hanno scelto di patteggiare: per gli altri, circa duecento indagati che non hanno confessato, invece, la Procura entro Natale dovrebbe chiedere il processo.
Tra le persone indagate ci sono medici, infermieri, farmacisti, liberi professionisti, insegnanti, preti, tutori delle forze dell'ordine che, ognuno per le proprie ragioni - personali, sanitarie, ideologiche - avevano scelto di non vaccinarsi. Usando poi l'escamotage offerto dalla due dottoresse, che offrivano loro un certificato vaccinale per ottenere i green pass falsi.
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