La Galleria de' Bonis di Reggio Emilia presenta, dal 18 marzo al 12 aprile, la sua prima mostra monografica dedicata ad Antonio Ligabue: quindici opere ad olio per un nuovo progetto espositivo che celebra l'artista e la sua terra, indagando il suo viscerale legame con la natura. La scelta della Galleria spazia tra la terra natia del pittore, la Svizzera, riconoscibile in paesini caratteristici e in castelli che sembrano uscire da una fiaba, e la terra che lo ha accolto, la pianura padana, con i suoi campi e la sua tipica vegetazione.
Lo sguardo libero e indagatore di Ligabue continua a volare oltre e si posa, allo stesso modo, sulla semplicità di una lumachina alla quale dedica una piccola tela, ma anche sull'esotismo di una tigre feroce e di uno sciacallo, per finire attratto dal suo stesso viso, che ritrae in un quanto mai sintetico, ma geniale, autoritratto. Un nucleo della mostra è infine dedicato a dipinti che rappresentano cani, una raccolta unica nel suo genere. Questa sezione comprende opere del primo, secondo e terzo periodo, abbracciando la sua intera produzione.
Ligabue si incanta di fronte ad insetti, fili d'erba e animali, ma anche dinnanzi ad un viso umano, con lo stesso stupore ammirato di chi è immerso completamente nella natura e non ha ricevuto un'educazione tradizionale. "Pochi altri artisti - sottolinea il gallerista Stanislao de' Bonis - riescono a farci vedere il mondo con questi occhi, e questo è un valore senza prezzo".
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