"Nella sua ultima immagine che ci resta, nonostante sia stata scattata nell'inferno di un manicomio criminale e nonostante l'infermità mentale fosse in lei davvero presente all'epoca (a differenza di 24 anni prima, quando al processo aveva con scaltrezza simulato la pazzia), appare paradossalmente serena, priva di sofferenza". Così Fausto Bassini, editore ferrarese, descrive alla Nuova Ferrara due fototessere, in bianco e nero, di Leonarda Cianciulli, la cosiddetta 'saponificatrice di Correggio', serial killer accusata di aver ucciso negli anni '40 tre donne.
Le due foto, finora inedite, pubblicate dal quotidiano ferrarese, risalgono all'8 luglio 1970, appena tre mesi prima che morisse. Sono contenute in uno dei numerosi sottofascicoli carcerari e clinici intestati alla Cianciulli, per un migliaio di carte complessive, ritrovati in 15 anni di lavoro da Bassini.
La donna è inquadrata mentre guarda l'obiettivo, si mette in posa e accenna persino un sorriso. Ha il volto scavato dall'età e da rughe profonde, i capelli non più tinti. Irriconoscibile rispetto alle immagini finora note. Cianciulli morì per un ictus alle 2 di notte del 15 ottobre 1970 dopo quasi due giorni di coma, nel "manicomio giudiziario per donne" di Pozzuoli (Napoli), all'età di 76 anni. Vi si trovava rinchiusa continuando a scontare una condanna della Corte d'Assise di Reggio Emilia per aver raggirato e ucciso tre compaesane a scopo di rapina fra il 1939 e il 1940, nell'appartamento abitato con la famiglia a Correggio, e distrutto i loro corpi per occultarne le tracce "mediante saponificazione", scrissero i giudici.
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