Nelle indagini sull'omicidio di
Pierina Paganelli ora la sfida è sui test dei Dna. Perché i
tempi e i modi di come sono stati contaminati i reperti della
scena del crimine racconteranno molto su come sono andate le
cose la sera del 3 ottobre in via del Ciclamino. Ne sono
convinti gli esperti a cui la difesa di Louis Dassilva, unico
indagato per l'omicidio della 78enne, si è rivolta. L'avvocato
Riario Fabbri ha infatti chiesto la collaborazione della nota
criminologa televisiva Roberta Bruzzone. L'esperta ha preparato
i quesiti che tra stasera e domani l'avvocato Fabbri presenterà
all'ufficio del gip contestualmente alla richiesta di incidente
probatorio.
"Chiederemo di ampliare sia in termini temporali che di
modalità i test clinici", ha detto l'avvocato Fabbri. Nel senso
che sui 15 reperti in mano al medico legale incaricato dalla
Procura e quindi alla Polizia scientifica, la difesa vorrà
sapere anche come c'è stata contaminazione e a quando
eventualmente questa risale. La contaminazione che si sta
cercando ovviamente è il Dna di Louis Dassilva e la richiesta
della difesa è quella di sapere come c'è finito, ma soprattutto
quando, eventualmente, sulla borsa, sui vestiti o sulla
biancheria intima della vittima. Sempre che il Dna dia una
risposta affermativa, perché nella battaglia dei test di
laboratorio ciò che non c'è a volte vale di più di ciò che si
trova.
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