Giunge a compimento nel suo percorso a ristroso, cominciato lo scorso febraio con La Contemporaneità, la rassegna "Le Armonie dell'Arte", promossa dal Teatro Comunale di Bologna, con il capitolo dedicato al Barocco, l'età della meraviglia ma anche dell'inquietudine e della bizzarria. Sul palcoscenico consueto dell'Auditorium Manzoni lunedì 4 novembre alle 20.30 ci saranno gli storici dell'arte Cristina Acidini e Marco Carminati insieme alla Filarmonica del Teatro Comunale reduce dallo strabordante successo ottenuto ieri sera con un programma interamente dedicato a Puccini ma riletto in chiave jazz assieme al quartetto di Piero Odorici.
Sebbene segnato da guerre e divisioni, il periodo compreso tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento è caratterizzato da rivoluzioni in ogni ambito: in campo scientifico con le «sensate esperienze» di Galileo Galilei e le intuizioni di Cartesio, Newton e Bacone; nell'arte con il linguaggio di artisti come Bernini, Rubens, Juvarra e Pietro da Cortona, nel complesso caratterizzato dalla "tensione dinamica, l'andamento curvilineo delle architetture, la proliferazione dell'ornamento e la dilatazione pittorica delle superfici» e da «un acuto senso della teatralità", - anticipano i curatori - che dalla Roma del primo Seicento si diffonde in Europa, in Asia e nelle Americhe. Anche la musica è coinvolta in questo cambiamento, come testimoniano le pagine che verranno presentate dal complesso sinfonico bolognese guidata da Paolo Mancini, violino solista e concertatore.
Alla celebre Marche pour la cérémonie des Turcs di Lully, si accostano il Concerto grosso in re maggiore di Arcangelo Corelli - l'altro solista al violino è Marco Ferri - e l'aria Lascia ch'io pianga dall'opera Rinaldo di Händel interpretata dal soprano Juana Shtrepi. E ancora, il Concerto per violino n. 1 di Bach e brani dalla Passione secondo Matteo. Per chiudere con l'Italia del veneziano Vivaldi con le note dell'Estate dalle Quattro Stagioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA