La polizia di Stato ha arrestato due persone - un 26enne e un 36enne di nazionalità indiana - con l'accusa di tentato omicidio nei confronti di un 40enne di nazionalità nigeriana in zona stazione a Reggio Emilia, lo scorso 13 gennaio.
La vittima era stata trovata esanime a terra, con una profonda ferita da arma da taglio all'altezza del torace.
I soccorsi tempestivi e un intervento
chirurgico all'ospedale Santa Maria Nuova gli hanno salvato la
vita: dopo qualche giorno di terapia intensiva, fu dichiarato
fuori pericolo con una prognosi di 40 giorni. I due presunti
responsabili erano fuggiti.
Qualche giorno fa è arrivata la svolta nelle indagini
condotte dalla squadra mobile della questura reggiana e
coordinate dalla procura di Reggio Emilia diretta dal
procuratore capo Calogero Gaetano Paci. Gli agenti hanno
rintracciato i due indagati nelle loro rispettive abitazioni di
Bagnolo in Piano e Budrio di Correggio, nella Bassa Reggiana,
dando esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal gip per il 36enne, ritenuto l'esecutore materiale e
gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l'altro
complice.
Entrambi dovranno rispondere dell'accusa di tentato omicidio
in concorso. La vittima, interrogata da pm e inquirenti, aveva
fornito preziose indicazioni per identificarli. Ad inchiodare i
due però è stata l'analisi del suo telefono, poiché il presunto
accoltellatore lo aveva chiamato poco prima. I tabulati,
l'aggancio delle celle telefoniche e diverse testimonianze,
hanno permesso agli investigatori di acquisire gravi indizi di
colpevolezza nei confronti dei due. Il movente sarebbe da
ricondurre alla degenerazione di una lite scaturita nel contesto
dello spaccio di droga.
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