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Caso Pierina, Dassilva e il voodoo per gli inquirenti

Caso Pierina, Dassilva e il voodoo per gli inquirenti

L'interrogatorio di Manuela: "Mi disse Louis dei cocci"

RIMINI, 26 marzo 2025, 21:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' ripreso in mattinata l'incidente probatorio, iniziato ieri e che con ogni probabilità terminerà domani, davanti al gip Vinicio Cantarini, come chiesto dalla Procura della Repubblica di Rimini, pm Daniele Paci, per risentire ad interrogatorio Manuela Bianchi.

Si è parlato della mattina del 4 ottobre del 2023, giorno in cui la nuora Manuela ritrovò il cadavere della suocera Pierina Paganelli nel vano ascensore del garage di via del Ciclamino.

La donna ha confermato, aggiungendo particolari più precisi, la versione data il 4 marzo quando la Procura le contestò il reato di favoreggiamento personale nei confronti di Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni con cui la Bianchi ha avuto una relazione extraconiugale e indagato per l'omicidio.
    La nuora di Pierina, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan con la consulenza di Davide Barzan, sta rispondendo alle domande del giudice e ha ribadito che fu Dassilva a raccontarle alcune cose della scena del crimine. Lui le disse dei cocci del barattolo di vetro che avrebbe avuto in mano la vittima, finiti quindi sul pavimento. Stando al racconto della donna poi sarebbe stato sempre Dassilva a dirle di chiamare il ragazzo moldavo che vive nel loro stesso condominio e di abbracciarlo per sviare i sospetti dalla loro relazione. Su questi particolari della scena del ritrovamento, la discussione e l'interrogatorio durerà molto visto che è una parte importante dell'indagine e domani si proseguirà in mattinata.
    Dopo le domande del giudice infatti toccherà alla difesa di Dassilva, i legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, interrogare la nuora e quindi provare a smontare la sua versione dei fatti. Non si esclude che la difesa del senegalese in carcere dal 16 luglio non proponga nuovi testi o prova a discolpa. Uno di questi sarebbe già stato avanzato, un testimone che uscendo quella mattina dal garage di via del Ciclamino non avrebbe visto né sentito nulla, quindi per la difesa di Dassilva avrebbe smentito Manuela. Ma, secondo quanto raccontato dalla nuora, lei e Dassilva si sarebbero visti all'interno del box auto e avrebbero bisbigliato per non farsi sentire.
    Il gip deve comunque decidere sulla scarcerazione del senegalese come da istanza presentata dalla difesa. L'udienza di oggi interrotta alle 14.30 per impegni della Procura è ripresa alle 16 per poi essere aggiornata a domani mattina quando riprenderà il controesame della difesa che ha depositato un supplemento di perizia tecnica sui telefonini. Ma è proprio dall'analisi dei telefonini di Louis Dassilva che gli inquirenti avrebbero in questi giorni aggiunto un nuovo tassello alle indagini. Il 35enne infatti pare abbia chiesto ad alcuni connazionali in Senegal di fare riti voodoo, dando i nomi di sei poliziotti della squadra mobile di Rimini e del sostituto procuratore Daniele Paci. Vi sarebbe un messaggio in mano agli inquirenti ed inserito nel fascicolo di indagine sull'omicidio e che risalirebbe a non molto tempo dopo il delitto, quindi nel 2023.
    Louis avrebbe chiesto ad uno sciamano di eseguire riti voodoo, per paura di finire in carcere. Lo stesso Dassilva, interrogato in carcere dal gip Vinicio Cantarini il 17 marzo, avrebbe ammesso di credere nel voodoo. "Ci credo. I riti voodoo esistono per diversi scopi per purificarsi dal maleficio, per mandare un maleficio o affinché ti vada bene qualcosa. Valgono indipendentemente che uno ci creda o no".
   

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