La riforma proposta dal commissario Ue Dacian Ciolos, oltre ad aprire il biologico ai piccolo produttori, punta a eliminare le deroghe per creare una concorrenza più leale all'interno e all'esterno dell'Ue. Ecco i principali elementi. - OGM-FREE: il biologico é per definizione privo di Ogm.
Tuttavia, ai fini dell'etichettatura, é tollerata una presenza accidentale e non intenzionale di Ogm autorizzati nell'Ue, nella misura dello 0,9% per ingrediente. Per il biologico però c'é l'obbligo di individuare la causa della presenza di Ogm.
- AZIENDE: no alle aziende agricole miste, dove in parte si produzione biologico e in parte no, per favorirne controlli. - CONTROLLI: vengono estesi a tutta la filiera senza eccezione, dai produttori ai trasformatori ai distributori. Decade la deroga alla distribuzione per i prodotti pre-confezionati. I controlli saranno mirati dove i rischi sono maggiori.
- PESTICIDI: la presenta di residui sarà armonizzata nell'Ue per permettere una concorrenza leale tra Stati membri.
- APPLICAZIONE: é previsto un periodo transitorio fino al 2021 per le sementi e per gli animali da riproduzione. Per gli altri settori la riforma dovrebbe essere operativa nel 2017.
- MANGIMI: dall'entrata in vigore della riforma, il 100% dei mangimi utilizzati dovrà essere bio. Nell'allevamento non é più permesso, nella fase finale dell'ingrasso, mantenere fermo il bestiame nelle stalle. - IMPORTAZIONI: Attualmente l'Ue accetta come equivalenti 60 tipi di standard biologici dei Paesi terzi. Per il futuro ci vorrà la conformità alle regole Ue da parte dei Paesi terzi. - PRODOTTI TRASFORMATI: il logo bio sugli alimenti trasformati garantisce che almeno il 95% del prodotto é biologico. I trasformatori dovranno introdurre procedure di gestione ambientali (ad esempio sotto il profilo energetico e idrico) - CERTIFICAZIONE BIO: si da' la possibilità ai piccoli produttori (la cui azienda non supera 5 ettari) di convertirsi al biologico aderendo ad un regime di certificazione di gruppo. Bruxelles preme sugli Stati membri affinché venga anche attivata la certificazione elettronica per migliorare i controlli. - ESPORTAZIONI: nel capitolo sugli accordi internazionali la Commissione ha la possibilità di negoziare l'export europeo di prodotti bio e non solo le importazioni, come avviene ora.
- RICONVERSIONE RETROATTIVA A BIO: Non sarà più possibile ottenerla, salvo per le terre non coltivate per la durata della riconversione che é di due anni per pascoli e culture arabili e di 3 anni per le colture permanenti, come i frutteti e vigneti.
- Acquacoltura: anche per il settore é vietata la riconversione retroattiva, ma si prevede di estendere al 2021 la deroga per utilizzare a fini riproduttivi giovanili non biologici.
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