BRUXELLES - L'Unione europea continuerà a finanziare le attività di ricerca sulle cellule staminali embrionali. La Commissione ha infatti deciso di non dare seguito alla richiesta, avanzata dall'iniziativa 'Uno di noi' e sostenuta da 1,7 milioni di firme raccolte in sette Paesi dell'Unione, di vietare ricerche che prevedano la distruzione di embrioni umani. "La Commissione - si legge in una nota - ha concluso che l'esistente quadro di finanziamento è appropriato".
Máire Geoghegan-Quinn, commissaria europea per la Ricerca, l'innovazione e la scienza, ha dichiarato: "Ci siamo impegnati a studiare questa iniziativa dei cittadini e abbiamo dato alla richiesta tutta l'attenzione necessaria. Gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno tuttavia deciso di continuare a finanziare la ricerca in questo settore per una ragione: le cellule staminali embrionali sono uniche e servono per cure che possono salvare la vita e per le quali sono già in corso sperimentazioni cliniche. La Commissione continuerà ad applicare le rigorose norme etiche e le restrizioni vigenti per la ricerca finanziata dall'UE, fra cui il divieto di finanziare la distruzione di embrioni".
Dal canto suo il commissario Ue per lo sviluppo, Andris Piebalgs, sottolineato che "le complicazioni legate alla gravidanza e al parto sono, tuttora, all'origine della morte di troppe donne. Per questo motivo la comunità internazionale ha incluso fra gli obiettivi di sviluppo del millennio la riduzione della mortalità materna e l'accesso per tutti ai servizi di salute riproduttiva. L'Unione europea, i suoi Stati membri e altri donatori internazionali sono impegnati a fondo nella realizzazione di questo obiettivo, di cui hanno fatto, così come della salute in generale, una priorità. I nostri programmi di sviluppo in questo campo sono volti ad ampliare l'accesso a servizi efficaci di pianificazione familiare, eliminando così la necessità di ricorrere all'aborto".
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