BRUXELLES - L'Italia ha deciso di cambiare posizione sul 'Brevetto unificato europeo', dal quale si era tenuta fuori tre anni fa contestando - assieme alla Spagna - il regime di 'trilinguismo' proposto dalla Commissione europea. Il Comitato interministeriale per gli Affari Europei (Ciae), presieduto a Roma dal Sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, ha avviato oggi il processo di revisione della posizione che nel 2012 aveva visto l'Italia non aderire alla cosiddetta 'ccoperazione rafforzata' di 25 paesi su 27 che a suo tempo aveva invece aderito al 'Pacchetto Brevetti' europe "L'impegno assunto nella riunione odierna del Ciae - afferma Gozi al termine della riunione - ha avviato un processo che è orientato al superamento dell'impasse in cui si trova attualmente il nostro Paese: siamo infatti gli unici nell'Ue ad aver sottoscritto l'accordo sulla giurisdizione senza però accettare l'istituto giuridico, ovvero il 'brevetto unitario', che quella giurisdizione è chiamata ad applicare. Ovviamente, verrà presentato al Parlamento uno screening approfondito della situazione, poiché c'è la piena consapevolezza delle implicazioni che questa scelta potrebbe avere per il sistema produttivo italiano".
Il 'Pacchetto Brevettuale' europeo si compone di 2 pilastri: da una parte due regolamenti europei (n. 1257/12 e n. 1260/12) che contengono la disciplina sostanziale e quella procedurale del brevetto a effetto unitario, dall'altra il Tribunale unificato Brevetti, ovvero un sistema giurisdizionale unitario in materia di brevetti. L'imprenditoria italiana e Confindustria si sono detti sempre favorevoli al 'brevetto unificato' che garantisce una protezione semplificata delle invenzioni su tutto il territorio europeo grazie ad una procedura unica e la riduzione sostanziale dei costi da sostenere (valutate tra 180 e 250 milioni di euro l'anno fra traduzioni e spese legali). Già il Rapporto Monti del 2010 identificava nella mancanza di un accordo sul brevetto unitario europeo uno dei principali ostacoli al buon funzionamento del mercato unico.
"Si tratta di questioni che hanno un impatto diretto sulla competitività del nostro sistema produttivo e della ricerca - osserva Gozi - Per un Paese che rappresenta una delle più forti economie europee ed è ai primi posti tra i detentori di brevetti in Europa, è importante essere arrivati oggi ad una posizione unitaria".
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