E' quanto emerge dal rapporto annuale di Eurydice, il network della Commissione Ue che monitora i sistemi educativi in Europa.
Nel 2014/2015, spiega lo studio, la maggior parte dei paesi
ha registrato un aumento negli stipendi degli insegnanti
rispetto al 2013/2014, citando tra le ragioni principali riforme
salariali e aggiustamenti al costo della vita. Un nuovo trend
che inverte la rotta rispetto ai tagli effettuati in molti paesi
negli anni precedenti dovuti alla crisi economica.
Croazia, Slovacchia e Islanda, per esempio, hanno effettuato
riforme nel sistema di retribuzione, mentre in Spagna sono
aumentati i supplementi eliminati o ridotti negli anni
precedenti. In Lussemburgo, Repubblica ceca, Romania e Malta,
invece, sono stati rivisti al rialzo gli stipendi dei dipendenti
pubblici, in cui rientrano anche gli insegnanti.
Un'altra decina di Paesi, invece, ha visto aumenti minimi
sino a un massimo dell'1%, anche se con cambiamenti non
significativi. Questi sono Belgio, Irlanda, Francia, Polonia,
Finlandia Gran Bretagna e Montenegro.
Unica ad avere visto ancora lo scorso anno un taglio agli
stipendi dei docenti è la Serbia, paese candidato all'adesione
Ue. Solo sei Paesi, tra cui L'Italia, invece, applicano ancora
il congelamento dei salari. Gli altri sono Grecia, Cipro,
Lituania, Slovenia e Liechtenstein.
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