BRUXELLES - Quello fra la Ue e la Turchia è "l'accordo della vergogna", "un ulteriore passo verso l'abisso della disumanità", "un colpo storico ai diritti umani". Da Amnesty a Medici senza Frontiere, da Oxfam a Fidh e Cir, le Ong che lottano per il rispetto dei diritti umani insorgono compatte. "L'accordo dimostra ancora una volta come i leader europei abbiano perso completamente il contatto con la realtà" dice il presidente di Msf Italia, Loris De Filippi, che parla di "cinismo evidente" di un accordo che si fonda sul "principio delle porte girevoli" e che "riduce le persone a semplici numeri".
"Di fronte alle ragioni di vita e morte di chi cerca protezione in Europa è vergognoso che il solo passaggio sicuro offerto dai leader europei sia condizionato al numero di persone che saranno respinte" aggiunge De Filippi. Non meno dura Oxfam, con la direttrice delle campagna in Italia Elisa Bacciotti, che parla di "un colpo senza precedenti inferto al diritto di asilo". Chiedendo alla Ue "corridoi sicuri e legali per coloro che cercano di entrare nella Ue", Bacciotti afferma che "l'accordo fra Ue e Turchia sulla crisi migratoria viola il diritto internazionale e quello dell'Unione, scambiando vite umane con concessioni politiche". E denuncia la "raggelante ipocrisia di mascherare l'accordo come strumento per smantellare il business dei trafficanti".
Il direttore di Amnesty International per Europa e Asia Centrale, John Dalhuisen, evidenzia che "il 'doppio linguaggio' dell'accordo non riesce a nascondere la feroce determinazione della Ue di girare le spalle alla crisi globale dei rifugiati ed ignorare di proposito i suoi obblighi internazionali". "Le promesse di rispettare le leggi internazionali ed europee - aggiunge Dalhuisen - appaiono come una copertura di zucchero sulla pasticca di cianuro che la protezione dei rifugiati in Europa è costretta ad ingoiare".
E mentre il presidente della Fidh, Karim Lahidji, denuncia un accordo "vergognoso" che è "un deludente tentativo di sigillare le frontiere in Europa" con cui "i leader europei sono pronti a certificare la Turchia come paese sicuro per i rifugiati mentre il paese non ha un efficiente sistema di asilo ed ha la peggiore situazione da decenni per i diritti umani", il portavoce del Consiglio italiano per i rifugiati, Christopher Hein, definisce l'accordo come "un chiaro mercanteggiamento che si è concluso sulla testa e sulla pelle dei rifugiati".
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