BRUXELLES - L'Italia è ultima in Europa per numero di donne manager e seconda per la maggiore differenza salariale rispetto agli uomini. E' quanto emerge dai dati Eurostat pubblicati in occasione dell'8 marzo. Il quadro complessivo europeo non è migliore: i due terzi delle posizioni manageriali nell'Ue sono occupate da uomini (4,7 milioni contro 2,6 milioni) e, nel caso in cui vi sia una donna, questa viene retribuita in media il 23% in meno per le stesse funzioni dirigenziali. Le donne, quindi, nonostante rappresentino approssimativamente metà degli occupati nell'Ue, continuano a essere sotto rappresentate tra i manager. In base ai dati 2014 relativi alle imprese con 10 o più dipendenti, l'Italia insieme a Germania e Cipro è il Paese Ue con il minor numero di donne manager, appena il 22%, seguita a breve distanza da Belgio e Austria (23%), e Lussemburgo (24%).
La media europea è di appena il 35%. L'unico dei 28 in cui ci sono più donne che uomini nelle posizioni dirigenziali è la Lettonia, con il 53%. Bene anche altri Paesi dell'Est e del Nord: Bulgaria e Polonia (44%), Irlanda (43%), Estonia (42%), Lituania, Ungheria e Romania (41%), e infine Svezia e Francia (40%).
Anche sul fronte dei salari l'Italia è maglia nera, seconda a quasi pari merito con la prima che è l'Ungheria, per il gap più ampio tra gli stipendi pari a un terzo: una manager italiana guadagna il 33,5% in meno rispetto a un suo collega uomo, mentre in Ungheria lo scarto è del 33,7%. Male anche Repubblica ceca, dove le donne manager guadagnano il 29,7% in meno dei loro equivalenti maschi, così coma Slovacchia (28,3%), Polonia (27,7%), Austria (26,9%), Germania (26,8%), Portogallo (25,9%), Estonia (25,6%) e Gran Bretagna (25,1%). I Paesi in cui invece c'è lo scarto minore tra gli stipendi uomo/donna in ruoli manageriali sono la Romania (5%), la Slovenia (12,4%, il Belgio (13,6%) e la Bulgaria (15%).
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