BRUXELLES - La decisione con cui la Bce ha chiuso le banche greche a giugno 2015 è stata l'inizio della disintegrazione dell'Europa e, soprattutto, potrebbe non aver avuto delle solide basi, tanto che la stessa Banca chiese un'opinione legale che peró non ha mai reso pubblica. E' questo il messaggio della nuova campagna che vede schierati l'ex ministro dell'economia greco, Yanis Varoufakis, e l'eurodeputato tedesco di Die Linke Fabio De Masi, che chiedono alla Bce la pubblicazione di quella opinione, e a questo scopo hanno lanciato una raccolta firme sul sito del movimento democratico Diem25.
"La Bce ha un potere enorme rispetto ad altre istituzioni simili nel resto del mondo, ha chiuso le banche greche nel 2015 e, però, è anche la meno indipendente dal processo politico visto che ha una totale dipendenza dall'Eurogruppo, un organo della Ue che non esiste nemmeno nei trattati", ha detto Varoufakis. A giugno 2015, racconta l'ex ministro, nemmeno l'istituizone guidata da Mario Draghi era certa della solidità legale della decisione di chiudere le banche. Per questo chiese un'opinione esterna che i due autori della petizione hanno chiesto di leggere, senza successo. Per questo hanno deciso di portare la questione ad un livello superiore, con una campagna stampa che sensibilizzi i cittadini sulla necessità di trasparenza.
"Biosgna fare luce sulle decisioni a cui l'opinione pubblica dovrebbe avere accesso per capire il processo che sta portando la Ue alla distruzione", ha spiegato Varoufakis. Se l'opinione legale avesse dato via libera alle decisione "che ha avuto pesanti conseguenze" di chiudere le banche, allora "i cittadini dovrebbero saperlo e giudicare se sia questo il quadro appropriato per l'unione monetaria. Se l'opinione legale non diceva questo, allora hanno tutti mentito", ha concluso.
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