BRUXELLES - La ripresa è stabile, diffusa, e le prospettive di crescita robuste. Ma tutto ciò ancora non ha riflessi sull'inflazione, che a fine anno tornerà a scendere, seppure temporaneamente. Per questo bisogna proseguire con il Qe, e anche quando si discuterà della sua fine, in autunno inoltrato, resterà un livello di sostegno "necessario" alla zona euro per completare la transizione verso una traiettoria di crescita "bilanciata". Il presidente della Bce Mario Draghi, nella sua terza audizione dell'anno alla commissione economica del Parlamento Ue, lancia segnali positivi sull'andamento dell'economia della zona euro, ribadendo però che non è il momento per "decisioni affrettate". Anche perché esistono ancora "fonti di incertezza", come l'euro forte, che vanno monitorati.
"La stabile ripresa" ancora non si traduce in "più convincenti" dinamiche dell'inflazione, ha detto il presidente agli eurodeputati. Anche se i rischi di deflazione sono "essenzialmente spariti", l'inflazione sottostante è migliorata "solo moderatamente" negli ultimi mesi. Draghi è convinto che "dobbiamo essere persistenti con la nostra politica monetaria, non possiamo permetterci mosse affrettate, dobbiamo essere prudenti". E non dà soddisfazione a chi cerca segnali sulla fine del Qe. E manda anche un messaggio ai Governi: "sblocchino il potenziale delle nostre economie", e rendano "la governance dell'Unione economica e monetaria più adatta allo scopo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA