MALTA - E' il momento delle azioni concrete e di mettere sul piatto denaro per salvare gli oceani soffocati dalla plastica, minacciati dalla pesca illegale, stravolti dai cambiamenti climatici. L'Unione europea ha deciso di impegnarsi con 560 milioni di euro e altrettanti se ne aspettava da governi e grandi aziende globali. Ma la realtà sembra promettere molto di più, stando ai primi annunci e ai rumors che circolano alla quarta conferenza internazionale "Our ocean, ocean for life" che si è aperta oggi a Malta. Gli investimenti delle multinazionali, rivolti soprattutto al riciclo della plastica - l'imputato numero uno dell'inquinamento marino, tanto che si stima che nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nei mari - non piace alle ong ambientaliste secondo cui si dovrebbe cominciare dall'eliminazione dei contenitori, soprattutto monouso.
Intanto, l'Unione europea ha deciso di fare la propria parte: dopo le prime due edizioni negli Usa (2014-2015) e la terza in Cile (2016) - con impegni totali di 8,7 miliardi di euro - ha organizzato questa quarta edizione, a Malta, dove politici, scienziati, grandi industrie di tutto il mondo discutono su soluzioni per salvaguardare la salute degli oceani. "L'oceano appartiene a tutta l'umanità e quindi ciascuno ha la responsabilità di proteggere questo tesoro, evitando che si tramuti in minaccia", ha rilevato l'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vice presidente della Commissione Ue, Federica Mogherini, aprendo i lavori. E' stata lei ad annunciare l'impegno di 560 milioni da parte dell'Ue e di 36 azioni per la sicurezza marittima, una 'blue economy' sostenibile, aree marine protette e contro l'inquinamento, la pesca illegale con il suo sovrasfruttamento, e i cambiamenti climatici che provocano migrazioni di popolazioni.
"Quando gli oceani non sono sani anche il mondo non è sano, e le persone non lo sono", ha avvertito Mogherini, secondo cui "poiché l'uomo è responsabile del problema può decidere di essere anche parte della soluzione". Originario dell'isola, il maltese Karmenu Vella, commissario europeo per l'ambiente, gli affari marittimi e la pesca ha annunciato la prima area marina protetta nel mare Adriatico, fra Jabuka e la Fossa di Pomo, nelle acque internazionali tra Italia e Croazia e area di riproduzione di specie commerciali (scampi e naselli) e di pesca per la flotta italiana. Una parentesi per ringraziare l'ex segretario di Stato Usa John Kerry, atteso domani alla conferenza, che "è stato il Poseidone di questo processo", Vella ha detto rivolgendosi ai rappresentanti dei sei continenti che "ora abbiamo un movimento crescente e allargato di paesi, imprese e società civile, tutti disposti a intraprendere azioni concrete per proteggere e utilizzare il nostro oceano in modo sostenibile".
Moniti ad agire "prima che sia troppo tardi, soprattutto per le future generazioni" sono arrivati - tra gli altri - dal segretario generale dell'Onu Guterrez e dal principe Carlo d'Inghilterra. Prima dell'apertura della conferenza, attivisti di Greenpeace, vicino un enorme drago "sputa" plastica usa e getta, hanno manifestato per chiedere ai colossi che producono beni di largo consumo di smettere di usare plastica monouso e ai politici di adottare misure legislative efficaci contro l'usa e getta. E questo è il momento.
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