BRUXELLES - Chi sbaglia Iban paga. E' di fatto il senso della sentenza odierna della Corte di giustizia Ue, che ha stabilito che banche, poste e tutti gli altri prestatori di servizi di pagamento non hanno nessun obbligo di verifica che l'Iban corrisponda effettivamente al beneficiario di un bonifico o altra transazione. La decisione è arrivata in merito al caso aperto tra Tecnoservice e Poste italiane in seguito a un versamento eseguito a favore dell'azienda ma dove, a causa di un errore nell'Iban, questo è andato a un altro beneficiario.
Secondo i giudici di Lussemburgo, "sia un'interpretazione letterale della direttiva sia un'interpretazione logico-sistematica conducono ad affermare che i prestatori di servizi di pagamento non hanno l'obbligo di verificare se l'Iban fornito dall'utente corrisponda effettivamente al beneficiario". La legislazione Ue, infatti, "mira a garantire il trattamento completamente integrato e automatizzato delle operazioni e a migliorare l'efficienza e la rapidità dei pagamenti". E proprio questi obiettivi di efficienza e rapidità dei pagamenti, conclude la Corte, "sono più efficacemente perseguiti se si adotta" questo tipo di "interpretazione" della norma. Ovvero che chi sbaglia paga.
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