BRUXELLES - "Lavorerò per una Europa più forte nel mondo. Abbiamo bisogno di una politica estera veramente integrata, che combini il potere degli Stati membri, agendo insieme nel Consiglio". Così lo spagnolo Josep Borrell, designato Alto rappresentante Ue nella futura commissione a guida Ursula von der Leyen, nella sua audizione al Parlamento europeo.
"Abbiamo bisogno di unità, coerenza tra politiche interne ed esterne, rafforzare il ruolo internazionale dell'euro e rafforzare la nostra capacità militare di agire. L'Ue deve imparare a usare il linguaggio del potere", ha aggiunto Borrell, precisando che "la partnership ed multilateralismo fanno parte del nostro dna collettivo". Secondo l'Alto rappresentante Ue designato "non si può essere multi-lateralisti da soli, ma abbiamo bisogno di partner. Il sistema globale basato sulle regole può e deve essere riformato, ma non abbandonato".
"Vorrei ribadire il mio impegno a portare avanti il processo di riforma dei Balcani occidentali a sostenere l'integrità territoriale e la democrazia in Ucraina, ad affrontare le sfide del vicinato meridionale, ce ne sono molte, e mi impegno a sviluppare una strategia amplia per l'Africa". Sono alcuni dei compiti che si è posto lo spagnolo Josep Borrell, designato Alto rappresentante Ue nella futura Commissione a guida Ursula von der Leyen, nella sua audizione al Parlamento europeo. Ma anche "a elaborare e affinare quella con l'Asia, a rafforzare la cooperazione con l'America Latina, e ripristinare le relazioni transatlantiche, come ho discusso con Pompeo a New York - ha aggiunto -, quindi far ripartire le relazione transatlantiche".
"Una cosa è chiara: il Kosovo e la Serbia devono raggiungere un accordo. Farò del mio meglio per realizzare questa priorità e infatti la mia prima visita sarà a Pristina", ha detto Borrell nella sua audizione all'Eurocamera. "Il riconoscimento del Kosovo rientra nella sfera di competenza degli Stati membri", ha sottolineato Borrell, rispondendo alle domande degli eurodeputati. I Paesi Ue, ha spiegato, sono "diversi sul riconoscimento" del Kosovo "ma uniti nell'impegno" a livello europeo.
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