BRUXELLES - Suscitano polemica le parole dell'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, che in un intervento all'Eurocamera ha parlato di "sindrome Greta" (riferendosi all'attivista svedese Greta Thunberg), affermando che i giovani di tutta Europa dovrebbero essere consapevoli del costo delle politiche per la lotta ai cambiamenti climatici, oltre a marciare per le strade. Sull'episodio l'eurodeputato e leader separatista catalano, Carles Puigdemont, ha rivolto un'interrogazione con risposta scritta alla Commissione europea.
Il portavoce dell'Esecutivo comunitario, Eric Mamer, sollecitato dai giornalisti, ha preso le distanze dalle parole di Borrell. Alla domanda se esista una 'sindrome Greta', Mamer ha affermato: "Non credo che la sindrome Greta sia stata ancora definita come una condizione medica. Sicuramente la risposta è no". Il portavoce ha ricordato che "tutto il collegio dei commissari supporta il Green deal", piano che "sostiene le aspirazioni dei giovani nella lotta ai cambiamenti climatici".
Lo stesso Borrell ha cercato di correre ai ripari. In due messaggi sul suo profilo Twitter, l'Alto rappresentante ha scritto: "I movimenti giovanili di lotta ai movimenti climatici hanno il mio pieno sostegno ed ispirano politici e società. Il cambiamento climatico è una delle grandi sfide geopolitiche, non possiamo permetterci i costi della non azione. Per avere successo occorre anche affrontare i costi economici e sociali della transizione, col Meccanismo di transizione equo". Oggi i giovani del movimento delle Marce per il clima, ispirate da Thunberg, tornano in piazza. A Bruxelles l'appuntamento è nel pomeriggio.
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