BRUXELLES, 15 FEB - Nuovo capitolo nel braccio di ferro sullo stato di diritto tra Bruxelles e Varsavia: la commissione europea ha deciso di deferire la Polonia alla Corte di giustizia dell'Ue per la violazione del diritto europeo da parte della Corte costituzionale polacca. Palazzo Berlaymont aveva avviato una procedura d'infrazione nel dicembre 2021 che riguardava due sentenze della Corte costituzionale polacca in cui si consideravano alcune norme dei trattati dell'Ue incompatibili con la Costituzione polacca, contestando espressamente il primato del diritto europeo sull'ordinamento nazionale.
Con tali sentenze, la Corte costituzionale polacca avrebbe violato i principi generali di autonomia, primato, effettività, applicazione uniforme del diritto dell'Ue e di efficacia vincolante delle sentenze della Corte di giustizia dell'Ue. L'esecutivo comunitario contesta ai giudici di Varsavia la violazione del diritto a una tutela giurisdizionale effettiva e ritiene inoltre che la Corte costituzionale non soddisfi più i requisiti di un tribunale indipendente e imparziale. Il deferimento della Polonia alla Corte di Giustizia dell'Ue è solo l'ultimo capitolo di un lungo braccio di ferro tra Varsavia e Bruxelles sullo stato di diritto ed in particolare sull'indipendenza e imparzialità dei giudici polacchi.
Il deferimento della Polonia alla Corte di Giustizia dell'Ue per aver messo in discussione il primato del diritto europeo su quello nazionale è un "attacco pianificato allo Stato polacco". Così il ministro della Giustizia di Varsavia, Zbigniew Ziobro, in conferenza stampa in merito alla decisione della Commissione europea di deferire la Polonia al Giudice europeo. "Questa richiesta e il ricatto, in questo caso, mirano a eliminare lo stato polacco come lo conosciamo, ai sensi della costituzione polacca", ha dichiarato il ministro, noto per le sue posizioni anti-europee e anti-tedesche.
La decisione della Commissione, ha aggiunto, fa parte della politica dell'Ue che segue "il piano tedesco volto ad abolire gli Stati membri dell'Ue" a favore di "uno stato centralizzato con una capitale formale a Bruxelles e una reale a Berlino".
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