"A quanti, soprattutto
dall'estrema destra, avevano interpretato l'arresto del
proprietario di Telegram, Pavel Durov, come un attacco alla
libertà di espressione e una violazione dei diritti
fondamentali, avevamo suggerito prudenza, ricordando che la
Francia è uno stato di diritto. Ieri lo stesso Durov ha
annunciato di aver modificato i termini di utilizzo di Telegram,
inserendo una clausola che prevede la possibilità di fornire
alle autorità competenti, su richiesta motivata e in presenza di
attività illegali, gli indirizzi IP e i numeri di telefono di
chi ha commesso reati. In sostanza, ciò che è illegale offline
deve esserlo anche online, e le autorità devono avere gli
strumenti per perseguire chi compie atti illeciti, anche gravi".
Lo afferma l'eurodeputato Sandro Gozi, segretario generale del
Partito democratico europeo e membro della presidenza di Renew
Europe.
"Questa vicenda, così come si sta evolvendo, dimostra che è
possibile garantire il rispetto della legalità sulle piattaforme
digitali. Lo stesso principio di legalità dovrà applicarsi ad
altre piattaforme, a cominciare da Elon Musk, che dovrà essere
chiamato dalla nuova Commissione Europea a rispettare
scrupolosamente le norme del Dsa per la sua piattaforma X",
conclude Gozi.
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