L'esame sui conflitti di
interesse dei commissari condotto dalla Commissione per gli
Affari Legali (Juri) del Parlamento europeo "è profondamente
imperfetto e politicizzato e non riesce a tenere conto delle
complessità dei potenziali conflitti di interesse.". Lo afferma
il gruppo della Sinistra Ue, The Left.
"La revisione della Juri è oggi limitata solo alle Parti III
e IV della Dichiarazione di Interessi fornita dai commissari, a
differenza del processo in voga nel 2019, che copriva l'intera
dichiarazione, Ad esempio, se un commissario designato ha legami
finanziari come investimenti o ruoli di consulenza che non sono
elencati esplicitamente nella Parte III (interessi finanziari
personali) o nella Parte IV (interessi di coniugi, partner e
figli minorenni), Juri non li esaminerà. Ciò significa che
potenziali conflitti da altri interessi finanziari al di fuori
di queste categorie ristrette possono essere affrontati durante
le udienze, ma possono essere facilmente trascurati", spiega la
nota
Il gruppo della Sinistra Ue lamenta inoltre che, nonostante
gli scandali di alto profilo che hanno colpito l'Eurocamera,
"l'esame non si sia adattato per considerare adeguatamente
minacce come legami passati con società di lobbying, o coloro
che sono stati indagati per cattiva condotta".
La commissione Juri - spiega ancora The Left - continua "a
essere priva degli strumenti necessari per condurre una
revisione efficace, affidandosi solo alle autodichiarazioni dei
commissari designati, senza la possibilità di verificare
l'accuratezza o la completezza di queste informazioni".
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