BRUXELLES - Schiaffo dell'Ue a Meta da quasi 800 milioni di euro. La Commissione europea ha multato la società madre di Facebook per aver violato le norme sulla concorrenza. L'accusa è duplice: secondo Palazzo Berlaymont, il gruppo californiano ha abusato della propria posizione dominante sui social network per avvantaggiare Facebook Marketplace, la popolare piattaforma per acquistare e vendere beni di seconda mano. "Tutti gli utenti di Facebook hanno automaticamente accesso a Facebook Marketplace e vi sono regolarmente esposti, che lo vogliano o meno", è il ragionamento della Commissione, secondo cui i concorrenti di Facebook Marketplace rischiano in questo modo di essere "estromessi dal mercato" se non sono in grado di eguagliare questo "vantaggio sostanziale".
Non solo. Secondo l'Antitrust europea, Meta ha anche imposto delle condizioni commerciali inique ad altri fornitori di servizi di annunci online classificati che pubblicizzano sulle sue piattaforme, in particolare su Facebook e Instagram. Pratica questa che consente a Meta di usare i dati relativi agli annunci generati da altri inserzionisti a esclusivo vantaggio di Marketplace. La vice presidente della Commissione, Margrethe Vestager, ha quindi intimato di "porre fine a questa condotta" considerata "illegale ai sensi delle norme antitrust dell'Ue". La multa, del valore di 797,72 milioni di euro, è stata determinata tenendo conto della durata e della gravità dell'infrazione, nonché del fatturato di Facebook Marketplace, cui si riferiscono le infrazioni, e del fatturato totale di Meta.
Si tratta della settima multa più grande comminata dall'Ue per pratiche anti-concorrenziali, in una classifica in cui spiccano Google, Apple e Intel. A stretto giro è arrivata la replica di Meta, nel mirino di Bruxelles anche per le sue regole sull'uso dei dati personali per la pubblicità mirata. "La decisione ignora - secondo il colosso social di Mark Zuckerberg - le realtà del mercato e servirà solo a proteggere i marketplace storici dalla concorrenza". Palazzo Berlaymont, ha aggiunto Meta, non ha fornito "alcuna prova di un danno competitivo per i rivali o di un danno per i consumatori". Per questo motivo, pur impegnandosi a lavorare "in modo rapido e costruttivo" a "una soluzione che affronti i punti sollevati", il gigante tech ha annunciato di voler ricorrere contro la decisione della Commissione.
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