BRUXELLES - La Commissione Europea si smarca dalle polemiche, sempre più accese, che stanno divampando intorno alle posizioni incendiarie di Elon Musk, specialmente in relazione al voto in Germania, previsto per fine febbraio. Il tema, stringi stringi, è quello dell'interferenza negli affari interni di un Paese sovrano. "La nostra scelta, ed è una posizione politica, è di non alimentare ulteriormente il dibattito", ha precisato la portavoce dell'esecutivo Ue. Una raffinatezza, se paragonata alle bordate in arrivo da diverse capitali europee e da certi partiti politici. Ma forse anche un atto dovuto, dato che la Commissione è la custode del Digital Services Act (Dsa), il pacchetto legislativo che norma le grandi piattaforme.
L'ex Twitter, infatti, è pur sempre sotto indagine. L'esecutivo blustellato ha infatti acceso i riflettori ormai da un anno su X per possibili violazioni al Dsa, che potrebbero comportare la sospensione del servizio o multe sino al 6% del fatturato. Ebbene. Dopo le sparate di Musk c'è chi ora chiede un approccio più muscolare e meno attendista. "Fermiamo la minaccia di Musk alla democrazia! Condanniamo fermamente la sua crescente ingerenza nella politica europea, attraverso X. È ora di applicare il Dsa contro la manipolazione delle piattaforme per salvaguardare elezioni corrette", esorta Renew Europe attraverso la sua presidente Valérie Hayer.
La realtà, però, è che servono tempi tecnici e il margine di errore, per la Commissione, non può che essere zero. "Stiamo lavorando il più velocemente possibile per raccogliere le informazioni", ha assicurato Thomas Regnier, che si occupa del settore tecnologico nel pool dei portavoce. "Dobbiamo essere sicuri che la nostra posizione sia ben giustificata prima di prendere misure, se mai le prenderemo", ha spiegato sottolineando che l'Ue ha ad ogni modo "un certo arsenale legale" a sua disposizione per far sì che X e le altre piattaforme "rispettino" le regole europee.
Non a caso Meta, annunciando la fine del programma fact-checking negli Usa, ha precisato che in Europa "per ora" continuerà. Il nodo più spinoso è quello dell'algoritmo. Ovvero come X spinge o non spinge certi contenuti. È su questo punto che si stanno concentrando le analisi dei tecnici della Commissione - ormai circa 150 persone lavorano in pianta stabile all'attuazione del Dsa - e se ci sarà uno scontro vero con la piattaforma passerà probabilmente da qui. La conferma? Sullo streaming con la leader di Alternative für Deutschland (Afd), Alice Weidel, la Commissione monitorerà da vicino proprio come si comporterà l'algoritmo. Al netto di tutto, la Commissione ha anche precisato che nessuno, al suo interno, "sta pensando di sospendere X" o tantomeno boicottarlo, dato che viene ampiamente usato per comunicare dallo stesso esecutivo Ue e dai suoi commissari. Insomma, la linea al momento è quella della prudenza.
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