Le maggiori riduzioni si sono verificate nel Mediterraneo occidentale e nel Mar Adriatico (-50%), mentre il calo è stato molto meno sensibile nello Ionio (-8%).
Sono i dati che emergono da uno studio del Centro comune
di ricerca (Jrc) della Commissione europea, pubblicato su
Nature's Scientific Reports. L'ecosistema del Mediterraneo,
ricordano gli autori, è molto vulnerabile a cambiamenti
climatici, rifiuti marini e specie aliene invasive, e per sua
conformazione è molto facile che vi si superino i limiti di una
pesca sostenibile per gli stock ittici esistenti. Il Centro di
ricerche ha quindi messo online un database pubblico, punto di
partenza per monitorare lo stato degli stock ittici nel
Mediterraneo e nel Mar Nero. Si tratta di una prima azione
concreta dopo la dichiarazione interministeriale MedFish4Ever,
siglata a Malta la settimana scorsa, che prevede la creazione di
un database di riferimento tra paesi europei e non che
affacciano sul bacino, per tenere sotto controllo la consistenza
degli stock e intervenire tempestivamente in caso di eccesso di
pesca.
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