BRUXELLES - La Commissione Ue aggiorna la metodologia di calcolo dei bilanci degli Stati e per l'Italia questo potrebbe portare ad una revisione al rialzo del pil tra l'1% e il 2%. Questo è soprattutto dovuto al fatto che la nuova metodologia toglie gli investimenti per ricerca e sviluppo dalla voce 'spese', e infatti chi vedrà schizzare il proprio pil del 4-5% sono i Paesi più innovatori come Svezia e Finlandia.
L'attuale metodologia risale al 1995, e sarà sostituita a settembre con la nuova che darà agli Stati nuove regole per calcolare i propri bilanci e trasmetterli ad Eurostat. Bruxelles si basa sui dati Eurostat per fare le sue previsioni economiche. Il nuovo metodo, spiega la Commissione, tiene in considerazione gli enormi cambiamenti dell'economia degli ultimi anni, in particolare il maggiore impatto del settore delle nuove tecnologie, degli asset intangibili, di prodotti e servizi della proprietà intellettuale e della globalizzazione del sistema economico.
Sarà quindi riconosciuto che le spese in ricerca e sviluppo sono investimenti, e non peseranno sulla voce 'spesa'. Questo aumenterà il pil Ue di circa 1,9%. Anche le spese militari per nuove armi rientreranno alla voce 'investimenti', laddove fino ad oggi erano invece considerate spese a tutti gli effetti data la loro natura esclusivamente 'distruttiva'. Ai nuovi sistemi di difesa invece viene riconosciuto un potenziale produttivo per la sicurezza, che dura negli anni. E l'impatto sul pil Ue sarà di circa 0,1%.
Inoltre, le merci inviate all'estero per essere lavorate non saranno classificate come 'export e import' alla luce della globalizzazione, e non peseranno sulla bilancia commerciale. Inoltre, saranno più accurate le spese pensionistiche, con gli schemi che includeranno le passività, e verrà incluso l'impatto delle assicurazioni sul pil.
Anche altri Paesi, Usa compresi, stanno aggiornando i propri sistemi di calcolo dei bilanci con questo nuovo standard internazionale. Ad esempio, in Usa con il nuovo metodo c'è stato un aumento del pil del 3,5% dal 2010 al 2012, con ricerca e sviluppo che da soli valgono il 2,5%.
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