L'Italia, viene spiegato, è la
nazione che ha maggiormente contribuito alla missione Baltic Air
Policing, dove conta nove dispiegamenti e impegna circa cento
uomini. La Task Force è posta sotto la diretta dipendenza
nazionale del Covi (Comando Operativo di Vertice Interforze), è
composta da piloti provenienti dai Gruppi di Volo Caccia e da
personale tecnico e logistico ed è equipaggiata con velivoli
Eurofighter Typhoon (F-2000) provenienti da 36° Stormo di Gioia
del Colle, 4° Stormo di Grosseto, 37° Stormo di Trapani e 51°
Stormo d'Istrana dell'Aeronautica Militare.
La Baltic Air Policing Nato, in vigore dal 2004, ha visto la
partecipazione dal 2015 di velivoli e personale di 17 Paesi
membri, sotto il comando e il controllo del Combined Air
Operations Centre-Caoc di Uedem (Germania) e la supervisione
dell'Allied Air Command-Aircom di Ramstein (Germania). La
missione ha lo scopo di confermare la determinazione degli
Alleati nel mantenere una postura difensiva, solida e compatta
in Estonia, Lettonia e Lituania, a deterrenza di potenziali
minacce alla sicurezza dell'area.
La Nato Air Policing è un'attività operativa tesa a
preservare la sicurezza dello spazio aereo dei membri
dell'Alleanza. Un compito che prevede la presenza continuativa -
24 ore su 24, 365 giorni all'anno - di aerei da combattimento ed
equipaggi, pronti a reagire rapidamente a possibili violazioni.
L'Italia, oltre ad assicurare la protezione dei propri cieli,
concorre, a rotazione con altri Alleati, a fornire la sicurezza
dello spazio aereo sui cieli islandesi, rumeni, bulgari,
polacchi, albanesi e montenegrini.
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