BRUXELLES - La Commissione Ue ha adottato nuove linee guida che stabiliscono le condizioni che gli Stati devono rispettare per dare aiuti e facilitare l'accesso al credito delle pmi e delle società di medio capitale. Alcune di esse, in particolare quelle innovative e le start up, hanno difficoltà ad ottenere capitali, indipendentemente dalla qualità del loro potenziale di business. Gli aiuti di Stato possono intervenire a colmare questo gap nel capitale, non sostituendo i canali di finanziamento esistenti ma attraendo nuovi capitali attraverso strumenti finanziari e misure fiscali specifiche.
Spiega la Commissione che le pmi ancora sono fortemente dipendenti dai prestiti bancari tradizionali, che sono limitati dalle capacità di rifinanziamento delle banche, dalle loro abitudini di rischio e dall'adeguatezza del capitale. La crisi ha amplificato il problema: circa un terzo delle pmi non è riuscito ad ottenere il finanziamento che necessitava. Perciò la Commissione ha messo in piedi un nuovo quadro per gli aiuti di Stato più flessibile, semplice e generoso, per aiutare soprattutto quelle aziende che vogliono innovare.
Le nuove regole allargano il bacino di imprese che possono sfruttarle, quindi non solo pmi ma anche piccole 'midcap' e quelle innovative. Aumentano la soglia di aiuto compatibile con le norme Ue (da 1,5 a 15 milioni di euro all'anno per impresa), ampliano gli strumenti finanziari ammissibili (equity, quasi equity, garanzia e prestiti) per riflettere meglio le pratiche del mercato. Infine, diminuisce la soglia minima di partecipazione di capitali privati: è obbligatoria, ma il limite è appena del 10% del capitale, in modo che lo Stato possa intervenire soprattutto in quelle aziende che non riescono ad attrarre capitali di rischio privati.
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