E' la battaglia ingaggiata a Bruxelles dall'associazione dei consumatori europei Beuc, con Anec e insieme ad Altroconsumo in Italia, Deco in Portogallo, Ocu in Spagna e Test-Achats in Belgio. Queste ritengono infatti che le misure odierne della Commissione Ue per rafforzare la sorveglianza del mercato unico non siano sufficienti a garantire la sicurezza dei prodotti. "La proposta dovrebbe andare oltre e includere tutti i tipi di merce, non solo quelli con il marchio CE", ha affermato la direttrice del Beuc Monique Goyens, anche se le misure presentate oggi, assicurano dalla Commissione, si applicano in modo più ampio a tutti quei prodotti che rientrano sotto le norme armonizzate Ue. La Commissione ricorda quindi che per ottenere il marchio CE a seconda dei prodotti alcuni devono essere testati in modo indipendente, come per esempio le bilance, per altri basta in effetti la certificazione del produttore. Per i consumatori però non è abbastanza. Il Beuc chiede quindi di estendere la sorveglianza alle merci vendute online, costituire un database paneuropeo su incidenti e infortuni, coinvolgere i consumatori nella rete per la sorveglianza del mercato e, infine, eliminare appunto il marchio CE dai prodotti. Questo deve essere restare nella documentazione tecnica, in quanto il logo viene ritenuto in modo fuorviante una garanzia di sicurezza da parte dei consumatori. "Il marchio CE è un requisito legislativo, non è mai stato inteso come un marchio per i consumatori ed è diretto alle autorità di vigilanza del mercato e alle autorità doganali", sottolinea Altroconsumo. Per questo, conclude l'associazione, "il marchio CE non deve apparire sul prodotto", dato che "il valore reale del marchio CE è impossibile da valutare per il consumatore finale".
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