Dopo il summit di settembre, che su spinta italiana ha virato verso una politica europea che coniuga identificazioni, ricollocazioni e rimpatri in contemporanea ("c'è molto di nostro" ha rivendicato Angelino Alfano in visita a Londra), nelle conclusioni ci saranno "indicazioni molto operative e dettagliate", come sottolineato dal sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi. Ma anche, come esplicitato anche da Tusk, "il futuro del sistema di Dublino" con la valutazione di "alternative".
La discussione più politica sarà però riservata alla cena a porte chiuse, su Turchia e Siria. Per il conflitto da cui parte l'ondata maggiore di rifugiati, i ministri degli esteri già ieri hanno dato mandato a Federica Mogherini di lanciare un'offensiva diplomatica per affiancare l'azione dell'inviato dell'Onu, Staffan de Mistura, possibilmente coinvolgendo "tutti gli attori rilevanti" per negoziare la transizione di Assad. E quindi anche Iran, Russia, Arabia Saudita, paesi del golfo, la stessa Turchia ma anche parti del regime siriano.
Nodo centrale sarà il rapporto con Ankara. Nella bozza di conclusioni circolata oggi si promette che la messa in atto del piano di azione per i migranti potrebbe accelerare la liberalizzazione dei visti. Che è una delle "richieste" di Erdogan. Ma fonti diplomatiche riferiscono che tra i 28 ci sono ancora molte resistenze, su almeno altri due punti delicati. Le diplomazie dei 28 sono fredde sull'idea di creare zone smilitarizzate per i rifugiati in Siria su cui Erdogan insiste molto. Mogherini ha fatto notare ieri che l'entrata in scena della Russia dovrebbe spingere la Turchia a "ripensare" l'idea.
E la Germania è la capofila dei contrari all'inserimento della Turchia nella lista dei 'paesi sicuri', ovvero quelli verso i quali i richiedenti asilo potrebbero essere rispediti più facilmente a casa. Nella lista ci sono tutti i paesi dei Balcani occidentali candidati alla Ue, far fuori la Turchia sarebbe una stonatura difficilmente digeribile per Ankara. Ma nella lettera di invito al vertice, Donald Tusk sottolinea che "concessioni" alla Turchia "sono giustificate quando sarà effettivamente raggiunto l'obiettivo" di "ridurre effettivamente l'afflusso di rifugiati".
Nel vertice si deciderà di accelerare sui rimpatri, col mandato di creare "entro l'anno" un "ufficio dedicato" nell'ambito di Frontex. Poi ci si propone di spingere per un programma "personalizzato" di accordi con i paesi di origine, con incentivi per accettare i rientri. In più c'è l'idea di fornire 'lasciapassare' europei come documenti di viaggio per chi viene rispedito a casa, che dovrebbero essere accettati da paesi terzi. Poi per frenare il flusso si progettano centri sicuri di accoglienza, che forniscano anche scuole e lavoro. Per tenere i rifugiati lontani dall'Europa.
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