L’Europa va nella direzione giusta con il Green deal, l’Italia dovrebbe alleggerire la burocrazia e tornare a dire la sua nelle rinnovabili, anche l’eolico off-shore. Per il direttore generale dell’Agenzia internazionale per le rinnovabili (Irena) Francesco La Camera la risposta allo shock economico della pandemia deve “accelerare la transizione” verso l’energia pulita e “società ed economie più resilienti”. La via, spiega in esclusiva all’Ansa, è quella di “legare la risposta alla crisi con la prospettiva di lungo periodo dell’Accordo di Parigi e dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile”. Facendo, specifica “le scelte giuste ed economicamente convincenti”. Come “evitare di favorire le iniziative industriali e di produzione energetica cui il mercato ha già chiuso la porta” e concentrare gli sforzi sull’energia da rinnovabili, “che hanno dimostrato di essere un’attività resiliente”.
“La capacità installata delle rinnovabili ha superato quella delle fonti tradizionali ogni anno dal 2008 in poi – fa i conti La Camera – 1200GW di impianti a carbone l’anno prossimo verranno gestiti a un costo superiore di ciò che comporterebbe di sostituirli con impianti” a energia pulita. Nei mesi della crisi, poi, “la produzione di elettricità con le rinnovabili è addirittura aumentata”. Da questo punto di vista, la volontà politica indicata dal Green Deal europeo “è incoraggiante”, anche se “si dovrà vedere come si articoleranno in concreto i suoi principi”. Con indicazioni politiche chiare e coerenti, è convinto La Camera, anche “il sistema finanziario aiuterà”.
Nonostante le previsioni di crollo degli investimenti privati che in Europa su alcune rinnovabili potrebbero toccare il 50% e le stime che quantificano la mobilitazione di risorse necessaria alla transizione in 2 trilioni di dollari l’anno su scala globale, il doppio di quelli del 2019. Siamo “nel periodo storico di maggiore spesa pubblica che si ricordi”, risponde il diplomatico, “e poi questa non è come la crisi del 2008 che veniva dal settore finanziario, oggi il sistema finanziario è ancora abbastanza sano e credo sia in grado di sostenere la risposta alla pandemia se ha indicazioni chiare dalla politica”. In questo quadro, l’Italia ha tuttora “un potenziale enorme” come meta di investimenti. Anche se restano “due problemi importanti”, prosegue il direttore di Irena, come “la lentezza della giustizia e la complessità delle procedure di autorizzazione”.
Secondo La Camera, la Penisola può dire la sua anche sull’eolico offshore, protagonista del boom degli investimenti nel Mar del Nord. “I paesi del Nord Europa hanno tanto vento e coste non così densamente frequentate come le nostre – è l’analisi di La Camera – ma se penso all’Adriatico e al fatto che abbiamo sopportato per anni le piattaforme di estrazione di idrocarburi non vedo perché non accettare l’eolico offshore”.
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